Cosa succede agli occhi d’estate? Anche queste parti del nostro corpo come il resto del nostro organismo soffrono l’arrivo del caldo, soprattutto se per affrontare questo periodo iniziamo a frequentare posti come montagna e mare, pieni di insidie alle quali automaticamente non pensiamo.
La sabbia ed il vento infatti possono irritare gli occhi, creando problemi alla nostra vista ed allo stesso modo agiscono le radiazioni solari. Ma quali sono i sintomi principali che le persone sperimentano nel corso dell’estate? Vediamoli immediatamente: occhi rossi, secchezza oculare e molto spesso anche una scarsa lacrimazione. E se la migliore cura rimane sempre la prevenzione indossando degli occhiali da sole, l’omeopatia può rappresentare un effettivo strumento terapeutico, così come ci spiega il dott. Giorgio De Santi.
Tra le patologie più diffuse che colpiscono gli occhi d’estate vi è la congiuntivite irritativa e attinica: esse sono causate dall’esposizione ai raggi del sole, al vento, al cloro delle piscine e alla sabbia. Un modo per approcciare in modo adeguato il disturbo con l’omeopatia sono l’Euphrasia officinalis e la Chamomilla vulgaris: ne vanno instillate circa 3-4 gocce, 4 volte al giorno o al bisogno. Si può inoltre puntare sull’assunzione di Apis mellifica 15 CH, se oltre a secrezione congiuntivale appaiono sintomi come edema e gonfiore delle palpebre accompagnato da dolore e bruciore.
In caso di fotofobia si può utilizzare anche del Mercurius solubilis 9 CH e Belladonna 9 CH, in caso di forte arrossamento e bruciore. La posologia deve essere pari a 5 granuli ogni due ore, riducendo le dosi in base al miglioramento dei sintomi. In caso di secchezza oculare si può utilizzare il collirio omeopatico Euphralia in grado di riequilibrare il film lacrimale e far scemare i sintomi, che può essere usato anche per affrontare piccole scottatura della cornea.
Se gli occhi appaiono irritati dopo l’esposizione al sole, si possono applicare degli impacchi a base di tintura madre di Euphrasia: 3-4 gocce in 150 ml di acqua tiepida. La garza imbevuta deve essere applicata sull’occhio per almeno 20 minuti.
Fonte | Giorgio De Santi
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