Il tema della biocompatibilità e della non invasività sono da sempre al centro delle preoccupazioni di tutti gli odontoiatri, ma sono il cardine del pensiero degli odontoiatri che si definiscono biologici o olistici e che, nella loro attività professionale, fanno riferimento alle medicine non convenzionali. Molta enfasi viene data ai rapporti tra salute del cavo orale e salute dell’intero organismo: infatti la bocca e i denti occupano un ruolo centrale in molti sistemi terapeutici non convenzionali.
Che cosa conferisce al cavo orale questa centralità? Innanzitutto la sua prossimità con il sistema nervoso centrale, con le sue vie vegetative offerenti ed efferenti e con i suoi vasi arteriosi, venosi e linfatici. Inoltre, è il primo centro immunitario del nostro organismo e il primo filtro per batteri e virus. Secondo l’agopuntura cinese è l’unica zona del corpo in cui passano tutti i meridiani energetici, mentre l’articolazione tempora-mandibolare è dopo il rene, il centro regolatore dell’energia dell’organismo.
Partendo da questi concetti e valutando quindi il sistema “bocca” nella sua complessità, l’odontoiatria olistica tende a valutare e a salvaguardare umano nella sua fatalità, ricercando e risolvendo, ove presenti, le dipendenze tra patologie della bocca e patologie di altri distretti dell’organismo, senza trascurare gli aspetti psicologici. Cosa aspettarsi dalla visita di un odontoiatra olistico? In primo luogo, si dà una grande importanza all’anamnesi, cioè la raccolta dei dati riguardanti lo stato di salute e di malattia del paziente e della sua famiglia nell’arco della vita. Si passa quindi all’esame dei denti e del cavo orale, senza ignorare la lingua, che ha una sua precisa topografia, per cui l’alterazione di certe sue zone può essere il segnale di patologie riguardanti altri organi.
Dopo un attento esame delle radiografie panoramiche o di singoli denti, l’odontoiatra sarà in grado di formulare una diagnosi per le comuni patologie del cavo orale, cioè carie e/o malattie parodontali, ma potrà anche stabilire eventuali correlazioni e farsi una prima idea (che andrà confermata) della possibile presenza:
- di materiali tossici, che possono comportarsi come campi di disturbo;
- di focalità, cioè patologie del cavo orale che possono essere causa di malattie a carico di altri organi o apparati;
- di patologie del cavo orale che possono invece essere sostenute da malattie di altri organi o apparati.
A conferma di tali sospetti, potranno essere utilizzate delle metodiche, quali l’elettroagopuntura secondo Voli o la kinesiologia applicata, che forniscono dati, tra cui la scelta dei materiali meglio tollerati dal singolo paziente. Terminata la fase diagnostica, si stila il piano di trattamento che comprende, oltre alle cure odontoiatriche classiche, l’eliminazione dei materiali tossici e il trattamento delle patologie, precedute e sostenute da un’adeguata terapia di accompagnamento.
Se non sono veramente indispensabili, si cercherà di limitare l’uso dei farmaci tradizionali, preferendo i prodotti omeopatici, omotossicologici e fitoterapici. Importante è anche il ruolo dell’agopuntura, sia come tecnica analgesica, sia per il trattamento delle parodontopatie. A proposito di cura delle parodontopatie, molto incoraggiante sembra essere la Medicina Fisiologica di Regolazione, elaborata a partire dagli anni ’90 da un gruppo di medici e di ricercatori italiani.
Rappresenta la più moderna evoluzione dell’omeopatia e dell’omotossicologia e consiste nel ristabilire la salute attraverso l’utilizzo di molecole messaggere (quali ormoni, neurotrosmettitori, citochine) che sono normalmente presenti nell’organismo, ma che sono alterate nelle malattie. Mentre l’eziologia della malattia parodontale è multifattoriale e presenta una forte componente batterica, i danni che la caratterizzano, dall’infiammazione e retrazione di osso e gengiva, sino alla perdita denti, dipendono dalla reazione dell’ospite e sono causate da un eccesso di citochine pro-infiammatorie.
Le citochine sono molecole proteiche, prodotte in risposta a diversi stimoli, che costituiscono il linguaggio molecolare per la comunicazione tra le diverse cellule del sistema immunitario e tra queste e altri organi. Somministrando in basso dosaggio, cioè alla stessa concentrazione in cui si trovano fisiologicamente presenti nell’organismo, citochine antagoniste rispetto a quelle in eccesso, si può ottenere una remissione dei fenomeni infiammatori. È importante sottolineare come l’odontoiatria olistica non può prescindere dalle metodiche diagnostiche e terapeutiche dell’ odontoiatria convenzionale,ma le integra con le conoscenze che provengono dalle medicine non convenzionali, in una visione unitaria dell’uomo e della malattia.