Il disturbo bipolare è una malattia psichiatrica complessa, per molti ancora sconosciuta. In occasione della prossima Giornata Mondiale del 30 marzo, il cui obiettivo è fare informazione, scopriamo insieme quali sono ancora le cose che la maggior parte delle persone ignorano sulla patologia.
Più tipi di disturbo bipolare
Sono tre le tipologie di questa malattia che possono colpire le persone. Sotto il nome di disturbo bipolare di tipo 1 viene indicata la patologia per la quale si hanno uno o più episodi maniacali seguiti da periodi caratterizzati da depressione e privi di sintomi. Il disturbo bipolare di tipo 2 consiste in una condizione per la quale ad episodi depressivi minori seguono poi dei periodi ipomaniacali ed asintomatici mentre sotto il nome di disturbo bipolare di tipo 3 viene riconosciuto l’alternarsi di episodi maniacali e depressivi senza momenti asintomatici.
Cause differenti alla base
Il disturbo bipolare può svilupparsi per motivazioni psicologiche, sociali e biologiche: non bisogna dimenticare che una sua connotazione genetica è stata scientificamente dimostrata. Questo non significa che se la malattia è presente nella famiglia essa debba poi obbligatoriamente presentarsi, ma è un fattore di rischio del quale tenere conto.
Come si cura
Il disturbo bipolare si cura con l’associazione di farmaci specifici e psicoterapia. Quello che si vuole ottenere infatti è la stabilizzazione dell’umore del malato, riducendo sia la frequenza sia la severità degli episodi depressivi e maniacali. Non è una patologia che può essere curata “autonomamente”: rimanere sotto il continuo controllo di uno specialista è necessario. Se si unisce ai medicinali anche della terapia psicologica i risultati perdurano più a lungo con un pericolo minore di ricadute. E’ un circolo vizioso positivo: il terapeuta ed il percorso comportamentale-cognitivo aiutano il paziente ad attenersi alla terapia ed ad imparare a gestire le crisi ottenendo maggiori risultati. Ad una conoscenza maggiore corrisponde un controllo più sicuro.
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