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Alcol, piaga sociale


Il cosiddetto etilista cronico è una persona silenziosa, che nasconde dentro di sé un segreto, un difetto, una cosa sporca che non può confessare. E’ questo il profilo dell’etilista medio, quello più comune ma meno facile da intercettare e decifrare. Lui negherà sempre e comunque. E’ un uomo in trappola perché l’alcool è la vera trappola. L’alcool non diventa più una gratificazione, una ricompensa … scompare il buonumore. Per raggiungere lo stesso effetto di piacere è necessaria una quantità sempre maggiore della sostanza. Solo così si raggiunge la tolleranza.

Nel contempo i sistemi eccitatori si esaltano, vi è eccitazione ed instabilità … occorre assumere sempre più alcool. E’ un circolo vizioso che porta l’etilista oramai in trappola: quando il consumo di alcool si riduce, il sistema di ricompensa è quasi del tutto disattivato, vi è un notevole abbassamento del tono dell’ umore piacevole, mentre i sistemi eccitatori, completamente disinibiti, si scatenano. Ecco che sopravviene l’ansia, l’attacco di panico, le crisi di gelosia furiosa, i tremori, la febbre, il delirio, la tachicardia … le allucinazioni.

Difficilmente il medico riesce a capire qual è il paziente che fa uso di alcool. Ecco le domande.

“Con quanta frequenza beve una bevanda che contiene alcool? Quante sono le bevande che contengono alcool in una giornata tipo? Con quale frequenza assume cinque o più bevande alcoliche in una o più occasioni? Con quale frequenza durante l’ultimo anno si è accorto di non riuscire a smettere di bere una volta che ha iniziato? Con quale frequenza durante l’ultimo anno ha avuto bisogno di bere di prima mattina per tirarsi su dopo una bevuta pesante? Con quale frequenza durante l’ultimo anno ha avuto sensi di colpa o rimorso dopo aver bevuto? Con quale frequenza durante l’ultimo anno non è riuscito a ricordare quello che era successo la sera precedente perché aveva bevuto? Si è fatto male o ha fatto male a qualcuno come risultato del bere? Un parente, un amico, un medico si sono occupati del suo bere o gli hanno suggerito di smettere?”.

La ricerca ha ripetutamente dimostrato che nei casi in cui i medici di base sottopongono a screening i loro pazienti offrono, nei casi positivi, piccoli suggerimenti per ridurre o sospendere l’assunzione, si verificano significativi miglioramenti. Pensate che negli Usa qualora il medico non si sia reso conto dello stato etilico del suo paziente viene ritenuto responsabile dei danni subiti a seguito dell’abuso alcolico. Ecco perché lo screening è necessario e non deve offendere nessuno. Uomo o etilista avvisato mezzo salvato. Che gioia poi per il medico, vincere la battaglia con il suo paziente.