Nel momento in cui in tutto il mondo Occidentale si stava quasi arrivando ad accettare l’omosessualità come una condizione diversa dall’eterosessualità, ma comunque sempre una condizione normale, arriva un sondaggio inglese effettuato su 1.400 psicologi sulla possibilità di “guarire” questo genere di pazienti. Ebbene, seppure la stragrande maggioranza degli intervistati abbia ammesso di lasciare piena libertà di espressione ai propri pazienti, un medico su 5 la tratta come se fosse una malattia vera e propria.
In particolare il 17% ha dichiarato di tentare di frenare gli istinti sessuali dei pazienti gay, mentre il 4% ha tentato di curarli con metodologie scientifiche, un po’ come si fa con quelli che hanno malattie mentali, per cercare di farli rientrare nella “normalità”.
Le polemiche non sono mancate, ma alla fine la dichiarazione del Royal College of Psychiatrists non si è fatta attendere, ed ha stabilito che i pazienti gay devono essere trattati come tutti gli altri, e cioè bisogna evitare di esporli a trattamenti potenzialmente dannosi, come invece è stato fatto in passato, quando un tentativo di farli “guarire” ha soltanto peggiorato la situazione.
[Fonte: Tgcom]