Non provino più a nascondersi dietro il divorzio dei genitori gli studenti non al passo con gli esami perchè non studiano e preferiscono imputare ad altri, in questo caso a mamma e papà, la colpa dei loro insuccessi nella vita accademica. Stando ad un nuovo studio, il divorzio dei genitori non provocherebbe traumi psicologici di grave entità negli studenti universitari. O almeno non influirebbe sul loro rendimento, anzi la rottura del nucleo familiare tradizionale aumenterebbe la resa scolastica.
Ovviamente, come tutti gli studi di questo genere, va preso con le pinze. Sia per via del campione piuttosto scarso, appena 270, di studenti presi in esame, sia perchè il modo di metabolizzare un trauma familiare simile resta pur sempre soggettivo e dipende anche dal legame più o meno stretto tra i vari membri della famiglia, e dalle modalità della separazione (pacifica, violenta ecc).
Generalmente se si passa da una situazione in cui i genitori litigano tutti i giorni e sono infelici a vedere padre e madre rifarsi una vita ed essere più sereni, il trauma è sicuramente ridotto qualora, appunto, il cambiamento sia positivo. Tornando allo studio, effettuato dai ricercatori della University of Warwick, negli studenti i cui genitori avevano divorziato di recente, non è stato trovato alcun segno di traumi psicologici, come se avessero passato indenni l’evento.
Alcuni studenti di sesso maschile in realtà avevano una produttività addirittura più elevata dopo il divorzio dei loro genitori.
“Gli studenti universitari sono molto più resistenti di quanto è stato ipotizzato. Anche se i genitori si preoccupano a divorziare negli anni in cui i loro figli vanno all’università, i nostri test suggeriscono che gli studenti figli di divorziati sono felici e realizzati proprio come gli altri studenti” ha dichiarato in un comunicato stampa uno degli autori dello studio, il dottor Eugenio Proto.
“Dato il gran numero di studenti universitari in tutto il mondo industrializzato che di recente hanno subito il divorzio dei genitori, i nostri risultati non possono che fornire notizie rassicuranti sia per i genitori che per gli studenti” ha aggiunto il collega di Proto, il ricercatore Daniel Sgroi.
[Fonte: Health.com]