L’onco-Giano, è stato chiamato così il gene scoperto dai ricercato dell’università di Bologna, in grado di rallentare il moltiplicarsi delle cellule tumorali. Fino ad una certa quantità, il gene, è anche in grado di favorirne la crescita, oltre una certa quantità, invece, ne blocca la crescita. Insomma, un gene bifronte.
Il genetista dall’ateneo Bolognese, Giuseppe Gasparre, ha dichiarato che questa scoperta è ora in grado di aprire nuove terapie per la ricerca sul cancro.
“Per analizzarne gli effetti abbiamo ingegnerizzato delle cellule di cancro in modo che contenessero cinque diversi livelli della mutazione. Le abbiamo quindi iniettate nei topi. I topi con i livelli più bassi del gene mutato hanno sviluppato il tumore. In quelli con i livelli più alti il tumore, invece, non è cresciuto. La soglia critica che abbiamo individuato è intorno all’82 per cento”
“Abbiamo ricostruito il meccanismo biochimico con cui il gene interferisce nella capacità delle cellule tumorali di creare nuovi vasi sanguigni – aggiunge Anna Maria Porcelli – che sono loro vitali per l’apporto di ossigeno o glucosio, senza i quali non possono crescere e diffondersi. Se riusciamo a simulare per via farmacologica, o genetica, lo stesso effetto dell’onco-Giano mutato possiamo quindi soffocare lo sviluppo dei tumori, bloccandone l’approvvigionamento dei ‘carburanti’ con cui crescono”.
Il prossimo passo è quello dello sviluppo di possibili trattamenti terapeutici. Dal team di ricerca, fanno sapere che proveranno a manipolare geni simili a quelli dell’onco-Giano, ma che hanno comunque lo stesso effetto. Il team di ricerca, vuole verificare se è possibile bloccare la crescita di ulteriori vasi sanguigni. Attualmente è ancora lunga la ricerca prima di poter ottenere risultati ottimali per la cura del cancro in ogni sua tipologia. La ricerca fino ad ora è durata tre anni, ed è stata quasi tutta finanziata dall’associazione Airc.