La salute degli italiani, complice la crisi economica, è decisamente peggiorata. Le persone sono sempre più stressate, costrette a risparmiare su alimentazione e sport, e si riduce il raggio d’azione degli interventi sanitari. A lanciare l’allarme è il rapporto Osservasalute 2011, che ha fotografato un paese sempre più malato, dove si rinuncia ad acquistare frutta e verdura, un lusso per molti, si abusa di antidepressivi per colmare il senso di incertezza sul futuro e l’assistenza sanitaria si assottiglia.
Lo studio, condotto da un team di esperti di sanità pubblica, epidemiologi, clinici, statistici ed economisti, è stato pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane, e coordinato da Walter Ricciardi (direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia) e presentato all’Università Cattolica di Roma.
Accanto al boom dei farmaci antidepressivi, con cui gli italiani cercano di affrontare le difficoltà socio-economiche, si è assistito ad un calo del numero di porzioni di frutta e verdura consumate e alla diffusione del sovrappeso e dell’obesità. Molti studi, infatti, hanno dimostrato come la crisi economica possa impattare sullo stato di salute, incrementando anche il numero di suicidi e di morti correlate all’abuso di droghe e di alcol.
Con la crisi, inoltre, sono arrivati anche i tagli alla sanità, che rischiano persino di complicare il quadro già abbastanza preoccupante. Come ha spiegato Ricciardi:
Le ultime manovre economiche realizzate in Italia in risposta alla tempesta finanziaria hanno portato al ridimensionamento dei livelli di finanziamento dell‘assistenza sanitaria già dal 2012; all’introduzione di ulteriori ticket; a tagli drastici nei trasferimenti alle Regioni e alle municipalità dei fondi su disabilità e infanzia. I tagli non riducono l’inappropriatezza di molti interventi sanitari, quindi gli sprechi, né migliorano la qualità delle cure, anzi appesantiscono ancor più le liste di attesa.
Le evidenze epidemiologiche, invece, hanno dimostrato la necessita di rafforzare le politiche per la salute, anche perché i tagli alla sanità potrebbero aumentare la spesa socio sanitaria a carico delle famiglie, con il rischio di aggravare la condizione delle fasce meno abbienti.
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