Gli italiani, i più grandi intenditori di vino al mondo, storceranno il naso leggendo questa notizia, ma così è: esiste l’allergia al vino e ne soffrono anche tantissime persone. Un gruppo di scienziati italiani ha identificato un allergene misterioso che minaccia il mal di testa, naso chiuso, rash cutanei e altri sintomi dell’allergia di cui ne soffrono oltre 500 milioni di persone che bevono vino in tutto il mondo.
La scoperta potrebbe aiutare i viticoltori a sviluppare le prime annate ipoallergeniche, sia di vini rossi che bianchi, con minore potenziale di scatenare sintomi allergici. Il nuovo studio appare sulla rivista Journal of Proteome Research.
Il dott. Giuseppe Palmisano e colleghi hanno notato una crescente preoccupazione per il potenziale di taluni ingredienti presenti nel vino rosso e bianco che causano sintomi simil-allergici che vanno dal naso che cola al mal di testa, alla difficoltà di respirazione. Le allergie al vino, si calcola, si verificano in circa l’8% delle persone in tutto il mondo. Solo per l’1% di coloro che ne soffrono si conosce la causa, i solfiti, sostanze contenenti zolfo che gli enologi aggiungono al vino per impedire il deterioramento, ma che è anche presente in natura. Ma i componenti del vino che scatenano le allergie nel restante 7% non sono chiari. Gli studi suggeriscono che le glicoproteine, proteine ricoperte di zuccheri prodotti naturalmente con la fermentazione dell’uva, possono essere tra i “colpevoli”. Tuttavia, gli scienziati sanno ancora poco della struttura e della funzione di queste sostanze nel vino.
La loro analisi della sul vino Chardonnay ha scoperto 28 glicoproteine, alcune identificate per la prima volta. I ricercatori hanno scoperto che molte delle glicoproteine dell’uva avevano strutture simili agli allergeni noti, tra cui le proteine che scatenano reazioni allergiche all’ambrosia e al lattice.
La scoperta apre allo sviluppo di nuovi processi di vinificazione che minimizzano la formazione delle glicoproteine e offrono ai consumatori dei vini ipoallergenici.
[Fonte: Health24]