La bulimia rientra, insieme all’anoressia tra i disturbi del comportamento alimentare. Rappresenta nella maggior parte dei casi l’esplicazione di un disagio psicologico ed emotivo profondo che passa attraverso un rapporto ossessivo con il cibo: vi è nella bulimia, una totale dipendenza nei confronti del “mangiare” che sfocia spesso in abbuffate compulsive. In Italia più di 3 milioni di persone soffrono di disordini alimentari, in larga maggioranza donne adulte e adolescenti (90%), ma negli ultimi anni il fenomeno si è esteso anche agli uomini.
Cause della bulimia
La bulimia è una malattia complessa, che richiede il trattamento sia del problema alimentare, che della sua natura psichica o organica. Le cause della bulimia, al pari degli altri disturbi alimentari, possono essere molteplici: fattori genetici, sociali, psicologici, ambientali e psichiatrici. Quando, nella maggior parte dei casi, la causa è psicologica si parla di bulimia nervosa.Tra le cause scatenanti troviamo:
- Componente di familiarità. E’ stato osservato attraverso alcuni studi, che i disordini alimentari tendono a manifestarsi con più probabilità tra i parenti di una persona già malata, in modo particolare se si tratta della mamma.
- Influenza negativa da parte degli altri componenti familiari e sociali.
- Eccesso di pressione e di aspettativa.
- Trascuratezza da parte dei genitori.
- Sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica.
- Traumi. In alcuni casi la bulimia può essere il risultato di situazioni particolarmente traumatiche, come una perdita affettiva importante, una violenza sessuale, un abuso da parte di familiari, o la difficoltà ad essere accettati socialmente e nella propria famiglia.
Tra le cause considerate invece organiche della bulimia, troviamo alcune patologie, di cui l’atteggiamento bulimico (la necessità di mangiare) rappresenta un sintomo: la presenza della tenia nel proprio organismo ad esempio (parassita intestinale), ma anche ulcera duodenale, ulcera gastrica, diabete mellito, ipertiroidismo o la sindrome ipoglicemica.
Sintomi della bulimia
I sintomi della bulimia sono:
- Ingestione di una quantità eccessiva di cibo solitamente di nascosto da altri che si manifesta almeno due volte la settimana e per tre mesi consecutivi.
- La sensazione di non poter controllare il proprio comportamento e la sensazione di non poter smettere di mangiare fino a quando non ci si sente così pieni da stare male.
- Abbassamento generale del proprio livello di autostima.
Dopo aver mangiato, chi soffre di bulimia, prova vergogna ed un profondo senso di colpa. La bulimia a questo punto si sviluppa secondo due modalità: con fenomeni di compensazione dall’abbuffata e senza. Nel primo caso, il più frequente, chi soffre di bulimia tende a punirsi autoinducendosi il vomito e/o assumendo lassativi o pillole diuretiche per dimagrire. L’uso di lassativi, infatti, riguarda un terzo dei soggetti con bulimia. Un’altra misura compensatoria post abbuffata sono l’esercizio fisico eccessivo e/o il digiuno nei giorni successivi. Il tutto però è strettamente legato anche ad un’altra patologia che spesso si accompagna a questo disturbo del comportamento alimentare: l’autolesionismo.
Una persona bulimica, diversamente da chi soffre di anoressia, può essere anche di peso normale o in sovrappeso. Inoltre, ha la tendenza ad occultare il proprio comportamento agli altri. Non è raro, inoltre, che le persone anoressiche finiscano con l’avere anche sintomi di bulimia, e viceversa, ma le due malattie non vanno assolutamente confuse.
Conseguenze della bulimia
La bulimia può comportare importanti conseguenze, anche e soprattutto in presenza dei metodi “compensatori”:
-
problemi gastrici
- perdita dello smalto dentale e aumento della frequenza delle carie
- disidratazione
- squilibrio ormonale (fino all’amenorrea)
- ipotalassemia
- disfunzioni cardiache
- ghiandole parotidi ingrossate
- depressione
Terapie della bulimia
Nonostante gli effetti devastanti di questa malattia, sul corpo e sulla psiche, dalla bulimia si può guarire. L’approccio, non di rado è multidisciplinare. La terapia, infatti, richiede l’intervento di diverse figure: psichiatra, endocrinologo, psicologo, nutrizionista, dietologo, ecc., e si fonda su:
- valutazione medica del paziente,
- corretto regime alimentare,
- supporto psicologico,
- farmaci (terapie antidepressive tipo Fluoxetina),
- partecipazione a gruppi di aiuto.
Generalmente, la terapia antidepressiva in abbinamento alla psicoterapia funziona meglio delle cure prese singolarmente, salvo che non sia urgente il ricovero immediato. Va detto che purtroppo di bulimia si può anche morire, se non non si interviene per tempo. La bulimia, infatti, è un disturbo meno evidente dell’anoressia, e spesso ancora sottovalutata, tuttavia l’alterazione del bilancio elettrolitico può essere fatale e portare anche ad un arresto cardiaco.
Via|Epicentro ISS; Photo Credits|ThinkStock