Come evitare la carenza di vitamina D nei bambini? I sintomi di questa mancanza potranno non essere immediatamente evidenti ma per evitare malattie in età più adulta è bene reagire: vediamo come.
Secondo gli esperti della Società Italiana di Pediatria (SIP) e dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e sociale (SIPPS) una percentuale di bambini molto vicina al 70% non può contare su una quantità di vitamina D sufficiente per il corretto funzionamento dell’organismo. Questo non solo dovrebbe portare le persone a ricercare in quali alimenti si trova la vitamina D ma anche a comprendere effettivamente quali sono le cause del deficit e le conseguenze dello stesso.
Ecco quindi che per combattere tale mancanza è necessario seguire alcuni comportamenti precisi. La vitamina D nei neonati deve essere somministrata per profilassi a prescindere dall’allattamento al seno per almeno 12 mesi e man mano che i piccoli crescono deve essere favorito il consumo di alimenti che ne siano fonte. Allo stesso tempo non si deve limitare la possibilità dei bambini ( e degli adolescenti) di passare del tempo all’area aperta per far sì che la stessa si fissi e venga metabolizzata adeguatamente.
Importante: la profilassi giornaliera a base di vitamina D è raccomandata dai pediatri anche in particolari casi definiti a rischio: bambini che seguono la dieta vegana o sono affetti da insufficienza renale o epatite cronica, bambini obesi o affetti da celiachia e malattie immuni croniche.
Tra le cause della carenza di vitamina D non vanno assolutamente dimenticati l’insufficiente esposizione solare, uno stile di vita errato e una dieta poco equilibrata, il colore della pelle ed addirittura un allattamento esclusivo al seno: tutto ciò può rappresentare un fattore di rischio. I sintomi dell’ipovitaminosi D spesso e volentieri rimangono silenti a meno di una grave mancanza di questo elemento. Ma rachitismo e problemi ossei sono una realtà. Così come le patologie recentemente collegate alla carenza di vitamina D: diabete e artrite idiopatica giovanile, ma anche asma, broncospasmo e infezioni respiratorie.
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