Mentre la maggior parte delle donne ha una minima esperienza del dolore durante le mestruazioni, per altre il dolore può essere abbastanza grave da interferire con le normali attività quotidiane, tanto da richiedere l’aiuto di un farmaco per essere alleviato. La nuova ricerca, presentata all’American Association of Pharmaceutical Scientists (AAPS) Annual Meeting and Exposition 2009 ha rivelato che ci sono buone probabilità di alleviare il dolore mestruale tramite un dispositivo.
L’obiettivo del nostro studio era quello di trovare un modo migliore per curare i crampi mestruali. Gli attuali farmaci per via orale possono avere notevoli effetti collaterali gastrointestinali per le donne, creando ulteriori disagi. I risultati della fase I dei nostri studi clinici dimostrano che questo nuovo dispositivo vaginale offre una sicurezza di almeno 10 volte maggiore rispetto ai farmaci
ha spiegato Giovanni M. Pauletti, professore associato presso l’Università di Cincinnati e autore dello studio, nonché ex presidente della Conferenza del Comitato di pianificazione dell’AAPS’ National Biotechnology.
Lo studio, che è stato sponsorizzato dalla UMD Inc., una società farmaceutica di Cincinnati, e condotto al Women’s Health Research Inc., ha coinvolto 18 volontarie di età compresa tra 18 e 45 anni, con cicli mestruali tra i 25 e i 30 giorni. Durante la metà fase follicolare del primo ciclo mestruale (giorni 7-11), nove partecipanti allo studio hanno ricevuto una dose orale di 10 mg di ketorolac (Toradol ®), un antinfiammatorio non steroideo, mentre altre nove donne hanno ricevuto un tampone rivestito sempre con 10 mg di ketorolac. Durante il secondo ciclo mestruale, ogni soggetto è stato sottoposto al trattamento opposto. I risultati dello studio hanno dimostrato che il farmaco somministrato per via vaginale non causa significativi effetti collaterali, ma si accumula in modo più efficiente nel tessuto uterino desiderato rispetto all’uso del farmaco per via orale.
Mentre è ancora presto nella nostra ricerca, questo studio mostra risultati promettenti che possono contribuire a spianare la strada verso nuove opzioni di trattamento per le donne. Studi clinici di fase II studieranno l’efficacia del trattamento per valutare se la concentrazione del farmaco è efficace nel ridurre il dolore
ha concluso Pauletti.
[Fonte: Sciencedaily]