Ad una mia amica è stato diagnosticato l’utero retroverso e subito è entrata nel panico per paura di non poter avere figli. Ho fatto una piccola ricerca che mi ha confermato ciò che ricordavo: l’utero retroverso a differenza di quello che si crede non incide in alcun modo sul concepimento o sulla gravidanza. Non è propriamente una leggenda metropolitana, ma una ipotesi medica formulata molti anni fa, alle nostre nonne e bisnonne dai medici stessi. Oggi le indagini statistiche, come pure le più approfondite conoscenze sull’apparato riproduttivo femminile ci dicono che possiamo stare tranquille sotto ogni punto di vista per ciò che riguarda l’utero retroverso. Condivido quindi con voi, come ho fatto con la mia amica, tutte le informazioni che ho trovato al riguardo.
Utero retroverso, cosa significa?
L’utero retroverso caratterizza almeno il 20% delle donne in età fertile, è quindi una condizione molto comune. Non è una malattia o una malformazione, ma semplicemente una particolarità, come possono esserlo gli occhi azzurri rispetto a quelli di colore marrone: consiste in un posizionamento del corpo dell’utero verso la colonna vertebrale anziché verso il pube, ma dato che il collo dell’utero si trova sempre al suo posto, non vi è rischio che gli spermatozoi non arrivino a destinazione in caso di desiderio di un bambino. Oltretutto va ricordato che l’utero è fisiologicamente un “organo mobile”, attaccato alla pelvi grazie a speciali tessuti connettivi, legamenti, necessari per permettergli di cambiare posizione ed ingrandirsi o ridursi a seconda delle diverse fasi della vita della donna: la sua incidenza nella sua preadolescenza è molto più alta che nella donna matura ad esempio.
Utero retroverso, le cause
Le cause sono numerose e dipendenti da più fattori. Si può nascere con un utero retroverso, oppure sviluppare tale condizione in seguito ad un aborto o ad una gravidanza: l’utero aumenta di volume e quindi ha bisogno di crearsi un nuovo assetto all’interno dell’addome della donna, arriverà così a posizionarsi in modo contrario rispetto alla norma, per poi tornare al suo posto nella maggior parte dei casi in prossimità del parto o dopo poco. L’utero retroverso quindi può essere anche passeggero! In altri casi questa condizione può essere provocata da talune malattie, come la cosiddetta PID (malattia infiammatoria pelvica), l’endometriosi o la salpingite. Queste possono provocare delle aderenze o un indebolimento dei legamenti dell’utero, tale da alterarne la posizione. Anche durante la menopausa c’è un rilassamento dei tessuti connettivi, per cui può capitare che l’utero si appoggi in modo retroverso in tale fase della vita, pur essendo stato posizionato in avanti in tutti gli anni precedenti. Oppure un fibroma o più raramente un tumore all’utero possono spostare tale organo in forma retroversa. Così come un pregresso intervento chirurgico che con la cicatrizzazione può provocare aderenze tali da “tirare” l’utero in una nuova posizione.
Conseguenze dell’utero retroverso sul concepimento e sulla gravidanza
Di per se stesso, per tutti questi motivi, l’utero retroverso non comporta conseguenze sul concepimento e neppure sullo svolgimento fisiologico della gravidanza. Attenzione però alla causa che lo determina: l’ endometriosi e la malattia infiammatoria pelvica, infatti possono incidere negativamente sulla fertilità femminile, ma saranno quindi queste a provocare difficoltà a rimanere incinta e non sicuramente la posizione dell’utero.
Utero retroverso e parto: naturale o cesareo?
Un altro arcano è quello del cesareo o del parto naturale: ebbene anche in tal caso, in prossimità del parto, la natura fa il suo dovere nella maggior parte dei casi e l’utero retroverso assume la giusta posizione da solo. Se chiedete in giro troverete tantissime donne che hanno avuto un parto naturale pur avendo sempre avuto una retroversione uterina. Il cesareo non è escluso, certo, ma ogni gravidanza è un caso a se stante, e può dipendere da 1000 altri fattori.
I sintomi e dell’utero retroverso
Anche in caso di sintomatologia l’utero a punta (così viene definito l’utero retroverso, come pure retroversione uterina o utero inclinato) scarsamente rilevante: di solito infatti non presenta sintomi. A volte può provocare dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali, soprattutto in alcune posizioni, ad esempio con la donna sopra l’uomo) e alla lunga disturbi intestinali (stitichezza) o alla vescica.
Utero retroverso e posizioni durante i rapporti sessuali per il concepimento
Numerose le donne (anche su consiglio di qualche ginecologo) in caso di desiderio di concepimento tende ad assumere determinate posizioni durante il rapporto sessuale. La convinzione è che avendo un utero retroverso la migliore per permettere la risalita degli spermatozoi sia quella del “missionario, che vede la donna sdraiata a pancia in su sotto l’uomo. Oppure da ditro. Dopo il rapporto la donna dovrebbe inoltre restare immobile al letto, non lavarsi, o addirittura mettere un cuscino sotto i fianchi o alzare le gambe. Di logica tutto questo non serve e più in generale non c’è alcun documento scientifico che ne attesti l’efficacia. Di certo non fa male e quindi tanto vale provare? Ma il dopo rapporto intimo perdere la magia del relax di coppia di sicuro non è l’ottimale. Per il resto ad ognuno la sua scelta.
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