Il tumore è davvero una “bestiaccia”, così come lo definiva la blogger Anna Lisa, recentemente scomparsa. E solo nel 2010 ha ucciso più di 7 milioni di persone nel mondo. Alcune tipologie presentano dei buoni margini di guarigione e cronicizzazione. Ma in linea di massima, il cancro continua a rappresentare il 15% dei decessi totali che avvengono nel mondo. Il dott. Siddhartha Mukherjee lo ha definito “L’imperatore del male” nel suo libro, consacrato dal premio Pulitzer. E ne ha ricostruito la storia.
Il volume dell’oncologo, può essere paragonato ad un lunghissimo e particolareggiato studio clinico partito quattromila anni fa e tutt’ora in corso. Lo specialista infatti, da tempo ricercatore presso il Massachusetts Genral Hospital di Boston, il tumore lo conosce bene: lo ha studiato, lo ha osservato, lo ha “capito”. E ne ha estratto una biografia molto importante dal punto di vista medico. Perché ricostruendone la storia e raccontandoci i personaggi che hanno segnato le tappe della lotto contro lo stesso, ci da numeri e impressioni sulla più lunga guerra mai esistita: quella che contrappone l’uomo contro le patologie tumorali.
Già nel 2625 a.C. il sacerdote e medico egiziano Imhotep raccontava di donne aventi “rigonfiamenti al petto, rigonfiamenti grossi, diffusi e duri; toccarli è come toccare una palla di stracci”: il cancro al seno. Ed è sempre la stessa patologia che viene descritta con maggiori dovizie di particolari e linguaggio medico nel 440 da parte di Erodoto.
E sebbene il cancro fosse una costante fin dall’antichità, solo nell’era moderna si ha avuto modo di contestualizzarlo come tale, grazie all’allungamento dell’aspettativa di vita ed il progresso scientifico. E’ come se avesse ottenuto una visibilità maggiorata. Ippocrate, padre della medicina lo chiamava Karkinos. Ed all’interno dell’opera del dott. Mukherjee sono tanti i nomi, conosciuti o meno che si affacciano alla nostra vista nelle 700 pagine di cui la biografia del cancro è composta. Tra di loro spunta anche Umberto Veronesi insieme a Gianni Bonadonna, grazie al loro trial sulla chemioterapia adiuvate sul cancro al seno allo stadio inziale.
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Fonte: Corriere della Sera