Ha pensato di essere morta per tre anni, salvo poi essere salvata dalla sua malattia dai cartoni animati Disney. E’ la storia di Hailey Smith, di 17 anni, affetta dalla Sindrome di Cotard, conosciuta anche come Walking Corpse Syndrome.
E’ una patologia molto rara, di tipo psichiatrico, per la quale le persone che ne sono affette si convincono di essere morte. La giovane è stata convinta per tre anni di essere deceduta: questo modo di pensare è una delle condizioni psicotiche della Sindrome di Cotard. Si tratta di una malattia molto grave che può effettivamente portare alla morte reale: alcuni pazienti hanno davvero perso la vita perchè convinti di essere dei cadaveri. E per questo hanno smesso di mangiare: secondo la loro mente alimentarsi non era necessario.
I medici pensano che la condizione della giovane sia stata scatenata dal divorzio dei genitori, avvenuto quando lei aveva 14 anni. Un giorno, mentre si trovava in classe in Alabama, negli Stati Uniti, ha provato una strana sensazione, un brivido dopo il quale ha avuto la percezione di essere defunta. Un sentimento che non riusciva a eliminare da lei a tal punto di essersi recata nel cimitero della sua cittadina solo per sentire la vicinanza con le altre persone morte. Comprendiamo possa sembrare strano, ma è effettivamente la sensazione che la Sindrome di Cotard scatena nelle persone che ne sono affette.
E’ evidente che alla sua base vi è un forte trauma della persona. E sebbene la casistica non sia molto ampia in numero, sono stati documentati casi con certezza fin dal 1880, anno in cui la malattia prese il nome da chi la classificò per prima. Questo disturbo psichiatrico porta le persone a convincersi che non esistano più o che non lo facciano parti del loro corpo. Ci sono voluti due anni prima che la malattia venisse diagnosticata ad Hailey. Ed ad aiutarla nel suo “ritorno in vita”, ci hanno pensato il fidanzato Jeremy, una delle poche persone a lei vicine nonostante lo strano comportamento, ed i cartoni animati Disney, che l’hanno spinta alla giusta terapia dimostrandole, attraverso le loro storie, di essere ancora in grado di provare alcune emozioni che solo le persone vive potevano provare.
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