L’ipertensione è una delle principali concause di ictus e infarto. Vero traghettatore di malattie cardiovascolari, rimane una patologia molto insidiosa per l’essere umano, che al fine di tenerla sotto controllo ha messo a punto e provato negli anni diversi tipi di terapia. Ma cosa fare se nulla funziona ? Per una donna la musica si è rivelata l’arma vincente.
Il vecchio adagio “canta che ti passa” forse non è del tutto inapplicabile anche alla medicina moderna?
Si tratta di una donna di 76 anni, raccontata sulle pagine della rivista di settore di Arthritis Care and Research. Dominicana, l’anziana non riusciva proprio a far calare la pressione, con nessuna delle terapie prescrittegli, rischiano di far saltare un intervento al ginocchio per lei necessario, relativo all’inserimento di una protesi.
A quel punto è intervenuta la dott.ssa Nina Niu, medico curante dell’Harvard Medical School di Boston, e facente parte di un programma di beneficienza volto a dare la possibilità a tutti i dominicani indigenti di poter usufruire del giusto intervento chirurgico in caso di necessità relativa a gravi artrosi all’anca o al ginocchio. Periodicamente i medici della città, nell’ambito dell’iniziativa “Operation Walk Boston” si trasferiscono per qualche settimana in un ospedale della Repubblica Domenicana per mettere a disposizione il loro sapere.
In questo caso la donna, come intuibile, oltre ad avere gravi problemi al ginocchio soffriva di pressione alta da più di un decennio. Prima dell’intervento la pressione era salita fino a 240/120 mmHg rendendo impossibile un intervento. Dopo alcuni tentativi di operazioni rimandati, si stava avvicinando per il team di medici il momento di ripartire.
La donna ha chiesto quindi di poter provare a cantare prima dell’intervento, dato che anche normalmente era un metodo che funzionava per il suo rilassamento. Racconta la Dott.ssa Niu:
La paziente ci ha chiesto allora se poteva cantare, prima dell’intervento: lei usava spesso questo metodo per rilassarsi e anche prima di dormire. Le è bastato intonare due inni religiosi per veder scendere la pressione a 180/90 mmHg.
Venti minuti di canto hanno portato la donna ad un “calo di pressione sostanziale”. I medici le hanno quindi chiesto di cantare ancora durante la notte: la pressione è quindi scesa a livelli ottimi ed i medici hanno potuto operarla senza problema.
Continua la luminare:
Alcuni studi hanno suggerito che l’ascolto della musica possa ridurre la pressione arteriosa, prima di un intervento chirurgico: probabilmente accade perché il paziente si calma, pensa ad altro, l’ansia. Il nostro caso conferma il dato, rivelando che pure il canto può essere “terapeutico” per i pazienti con ipertensione preoperatoria.
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Fonte: Corriere della Sera