Hiv, proteina scudo per eliminare terapia antiretrovirale?

Alcune persone sono “immuni” dall’Hiv, altre sono in grado di controllare il virus senza che la malattia si conclami anche se non utilizzano i farmaci per contenerla. Come è possibile? Sembra che gli scienziati della Northwestern Medicine siano riusciti a comprendere come alcuni pazienti possano stare bene anche senza medicinali.

Stress: perchè viene e come curarlo

Si sente sempre più parlare di stress, malattia della società mo­derna e causa di innumerevoli disturbi. Nemico dell’uomo di oggi, avversa­rio sempre in agguato e non ben de­finito, al punto che spesso viene per­cepito come capro espiatorio per tro­vare un responsabile di malesseri altrimenti ingiustificati. In realtà l’insieme, vasto e varie­gato, di sintomi che vengono clas­sificati sotto il nome di disturbi da stress trovano una solida spiegazio­ne scientifica.

Una parte molto importante, e poco conosciuta dai “non addetti ai lavo­ri”, del nostro sistema nervoso è il si­stema nervoso autonomo, o neurove­getativo. Il sistema neurovegetativo è responsabile di tutta una serie di fun­zioni fondamentali per la nostra vita e indipendenti dalla nostra volontà. Questo sistema è composto da due parti che non sono in conflitto, ben­sì in sinergia, collaborando nell’alternarsi delle fasi che compongono la nostra giornata. Queste due parti prendono il nome di ortosimpatico e parasimpatico.

Considerando le loro funzioni nella globalità della persona l’ortosimpa­tico è responsabile dell’attività quoti­diana, il parasimpatico del riposo. Il sistema neurovegetativo è una par­te del nostro sistema nervoso molto antica e si è formata con uno scopo ben preciso. L’uomo primitivo si trovava conti­nuamente il situazioni di emergen­za, pericolo o necessità di procac­ciarsi il cibo, in cui poteva prendere sostanzialmente due decisioni, scap­pare o combattere. In una situazione del genere il sistema ortosimpatico la fa da padrone; il cuore pompa sangue a tutti i muscoli, i polmoni lavorano per aumentare la disponibilità di ossigeno, il fegato ri­lascia glucosio per renderlo disponi­bile ai muscoli, l’intestino si blocca perché non è il momento di defecare, il cervello è pronto a elaborare i dati e trovare la soluzione nel minor tempo possibile.

Training Autogeno. Come può aiutarci

Il Training Autogeno nasce, ufficialmente, nel 1932 ad opera del neurologo tedesco J.H. Schultz con la pubblicazione del testo “Il Training Autogeno”, frutto di anni di studio e ricerca. Oltre ad essere un ottimo metodo di rilassamento e concentrazione il Training Autogeno è un vero e proprio strumento di cambiamento psicofisiologico che può migliorare l’efficienza personale e alleviare piccoli disturbi conseguenza di stress e ansia.

La pratica del Training Autogeno consiste nello svolgimento quotidiano di alcuni “esercizi” mentali che consistono, nel moderno T.A. nella visualizzazione di immagini e nella ripetizione di frasi atte ad ottenere gli effetti desiderati. Più precisamente, attraverso gli “esercizi” l’individuo concentra l’attenzione sul corpo, o su parti di esso, e mediante l’autosuggestione induce cambiamenti psicofisici quali il raggiungimento di uno stato di rilassamento generale, la regolarizzazione del battito cardiaco, del ritmo respiratorio e così via. Sono tre, infatti i livelli di azione del T.A.: fisiologico, perchè attraverso la sua pratica corretta e costante è possibile ottenere cambiamenti al livello del sistema nervoso autonomo, che regola le emozioni, e del sistema endocrino, che regola gli ormoni, fisico, dal momento che i suddetti cambiamenti inducono uno stato di benessere somatico generale, e psicologico perchè permette di superare gli stati d’ansia, le tensioni, di migliorare la concentrazione e dunque anche il rendimento della persona nello svolgimento di attività che richiedono particolare impegno psicofisico (a questo scopo è molto praticato da attori e sportivi)