Perché le ostriche sono afrodisiache? O meglio: E’ vero che le ostriche sono afrodisiache?

Già nell’antichità le ostriche venivano consumate in abbondante quantità sia crude, accompagnate da un po’ di limone, che cotte. I Romani addirittura trovarono il modo per creare degli allevamenti e lo storico romano Plinio così le descriveva:
“Le ostriche del Mar di Marmara sono già più grosse di quelle di Lucrino, più dolci di quelle della Bretagna, più gustose di quelle di Medoc, più piccanti di quelle di Efeso, più piene di quelle spagnole… più bianche di quelle del Circeo; di quest’ultime è assodato che non ve ne sono di più dolci o più tenere”.

I popoli antichi ne esaltavano sia il gusto che le proprietà curative pur non descrivendo nei dettagli le proprietà benefiche di questi frutti di mare. Abbiamo tuttavia testimonianze sulle qualità energizzanti e afrodisiache dopo un buon pasto a base di ostriche. Michele Savonarola attribuiva il loro potere seducente e sensuale probabilmente a causa della ventosità del loro guscio e la forma che avevano (simile agli organi genitali), tanto che mise in guardia contro gli istinti lussuriosi scatenati da questi molluschi.

Lo stesso Casanova, si legge nei suoi diari, era un grande consumatore di ostriche e, nei suoi incontri amorosi, rappresentavano un cibo da seduzione. Scrive, infatti, “per puro caso, un’ostrica che stavo per mettere in bocca ad Emilia sdrucciolò fuori dal guscio e le cadde sul seno. La ragazza fece il gesto di raccoglierla con le dita, ma io glielo impedii, reclamando il diritto di sbottonarle il corpetto per raccoglierla con le labbra nel fondo in cui era caduta…“.