Un uso non controllato di cannabis può provocare schizofrenia, depressione, infertilità ed in caso di gravidanza anche seri rischi per lo sviluppo del feto. E’ ciò che afferma un testo di oltre 500 pagine presentato ieri a Palazzo Chigi. Il libro “Cannabis e danni alla salute” è stato realizzato dal Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con le Nazioni Unite ed il patrocinio di molte associazioni ed organizzazioni di settore, come quelle degli assistenti sociali, dei medici, infermieri e pediatri. Si tratta di un vero e proprio manuale che elenca gli effetti collaterali e nocivi a breve e lungo termine di questa sostanza citando ogni volta una ricerca scientifica al riguardo: dalla tossicologia, agli aspetti neuropsicologici, sociali, medici.
”Centinaia di prove scientifiche sottolineano come la cannabis non possa più essere considerata una droga leggera e questa pubblicazione vuole porre le basi per uscire dalla disinformazione” ha spiegato Carlo Giovanardi sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, alla droga e al servizio civile.
Nel volume, (tra i tanti) due studi meritano una particolare attenzione. Il primo, realizzato in Nuova Zelanda evidenzia come chi inizia a far uso di cannabis a 15 anni avrebbe una probabilità di passare ad altre sostanze illecite e pericolose 60 volte maggiore rispetto a chi non utilizza nulla e tale fattore di rischio scenderebbe a 4 per chi prova la cannabis a 25 anni. Più inquietante l’altra ricerca scientifica che riguarda il consumo di cannabis in gravidanza. Su un campione di 7.452 donne incinte è stata esaminata la relazione esistente tra l’uso di questa sostanza e lo sviluppo del feto: il 3,3% ha fumato marijuana solo prima della gravidanza ed il 2,9% pure durante la gestazione. Ne è risultato che se anche la cannabis è assunta per un breve periodo può influire in modo pericoloso sul nascituro provocando scarso accrescimento o peggio, un ridotto volume della sostanza grigia. Una riflessione in più va però fatta: di sicuro si tratta di un prezioso lavoro, utile però per chi?
L’informazione come prevenzione va rivolta agli adolescenti. I più giovani devono poter scegliere con consapevolezza dell’eventualità dei danni. Vale per l’uso e l’abuso di alcool, l’abitudine al fumo e pure per la marijuana. Ma un tal librone può essere il messaggio giusto per loro? Non so: il dialogo costruttivo e l’esempio diretto, con i classici tradizionali incontri mi sembra un’ipotesi migliore. Forse non ho capitola finalità di questo volume.
Nel testo si evidenzia anche un maggior rischio proveniente dai cannabinoidi sintetici: attualmente in circolazione ve ne sono circa 250 tipi diversi. Comunque la pensiate, ragazzi, prestate attenzione alla vostra salute.
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