I fumatori sono una specie in via d’estinzione? Purtroppo no, ma con il diffondersi dei risultati di una ricerca australiana potrebbero diventarlo. Secondo i ricercatori dell’Università di Perth, non serve vietare ai patiti della sigaretta di fumare nei locali chiusi, perché anche all’aperto, nelle cosiddette “aree per fumatori”, il fumo passivo fa male.
Capita infatti che, nella maggior parte dei locali, non ci sia una saletta solo per i fumatori, e così i clienti che si vogliono accendere una “bionda” sono costretti ad uscire e a fumare per strada. Ma posizionandosi davanti l’ingresso del locale, si trovano in un punto in cui anche chi non fuma transita, e gli effetti che subisce dell’effetto passivo non sono poi così diversi da quelli che subirebbe se il fumatore fosse dentro il locale stesso.
La ricerca è stata effettuata su 28 pub e ristoranti della cittadina australiana, all’esterno dei quali è stato condotto un test di qualità dell’aria. Per capire se c’erano pericoli anche per i non fumatori, i ricercatori hanno installato un monitor di particelle per misurare quanti microscopici agenti inquinanti del tipo contenuto nel fumo di tabacco si trovavano nell’aria. E la risposta è stata preoccupante: anche all’esterno il fumo passivo rappresenta un pericolo per la salute.
In particolare i pericoli derivanti dal fumo sono problemi respiratori lievi (come ad esempio l’asma o la mancanza temporanea di ossigeno), gravi (malattie cardiache o respiratorie) o molto gravi (cancro e morte precoce su tutti).
Tornando all’esperimento, le concentrazioni di particelle di fumo di tabacco, quando non fumava nessuno, erano di circa 4 microgrammi per metro cubo di aria; ma quando anche una sola persona si accendeva una sigaretta, balzavano immediatamente a 14,25 microgrammi, per poi salire continuamente non appena un secondo e un terzo fumatore si aggiungevano al primo. Spiega Julia Stafford, ricercatrice dell’Università Curtin:
Questa ricerca conferma l’opportunità di divieti di fumo in aree dove le persone possono trascorrere periodi di tempo estesi per consumare cibi e bevande.
In questo modo, se la ricerca venisse presa in considerazione, potrebbero essere vietate anche le aree fumatori o potrebbe essere imposto anche il divieto a fumare all’esterno dei locali, riducendo le possibilità di fumo davvero all’osso. Magari questo provvedimento scoraggerebbe i fumatori, facendogli perdere il vizio.
[Fonte: Corriere della Sera]