“Giovanni Paolo II° ha avuto tanti meriti e tra questi quello di far capire al mondo cosa è ed in cosa consiste il morbo di Parkinson”. Queste parole me le disse tempo fa una signora affetta dalla stessa malattia di Papa Wojtyla. Le ricordo bene perché aveva ragione. In precedenza, prima che fosse confermata la diagnosi di Parkinson per Giovanni Paolo II° avevo realizzato un sondaggio: questa patologia era fortemente sconosciuta o confusa con l’Alzheimer ed altre forme di demenza senile. Poi no: era diventata la malattia del Papa, quella che fa tremare le mani. Ma la cosa più importante, mi aveva spiegato la donna consisteva nel fatto che il Pontefice aveva dimostrato che, seppur con tanta fatica, era una malattia con cui si poteva convivere.
Certo è una patologia neurologica degenerativa che peggiora col passare degli anni, non guarisce, ma che non porta alla morte. Fu il giornale francese “Le Monde”, già nel Settembre del 1996, ad annunciare ufficialmente la diagnosi di Parkinson per il Santo Padre, con un’intervista al portavoce del Vaticano Joaquín Navarro-Valls che parlò di Sindrome extrapiramidale (il Parkinson lo è):
“Finora- chiosava il giornalista de Le Monde- il tremore della mano sinistra era stato presentato come una conseguenza dell’attentato del 13 maggio 1981”.
Dunque la malattia era presente già da tempo. Il Pontefice morì il 2 Aprile del 2005 (ad 85 anni), dopo molti anni dall’insorgenza della malattia che comunque nonostante la debilitazione, lo sforzo muscolare e gli effetti collaterali dei farmaci gli permise di continuare a portare la sua missione in tutto il mondo. La malattia di Parkinson oggi è il motivo della beatificazione di Wojtyla, l’inizio del percorso ecclesiastico verso la Santità. Non solo per il peso della malattia che ha portato, ma perché gli è stato riconosciuto un miracolo post mortem: la guarigione di una suora affetta dalla sua stessa patologia.
Nell’Istituto delle Piccole Suore delle Maternità Cattoliche di Nivolas-Vermelle (nel sud-est della Francia), un gruppo di consorelle aveva pregato il Papa morto da due mesi chiedendo di intercedere per la guarigione di Suor Marie Simon Pierre, cui era stato diagnosticato un Parkinson giovanile già nel 2001. In una notte i sintomi sono scomparsi, insieme ad ogni altra traccia della malattia. Subito sono state sospese le terapie. Da qui, dopo alcune visite specialistiche, il riconoscimento del miracolo da parte del Vaticano. In comune con la Suora oltre la malattia, anche la missione a favore della tutela della Maternità. Tutto sembra tornare. I miracoli appartengono alla fede o alla scienza? Non spetta a noi dirlo, ma il carisma di un uomo come Papa Wojtyla va comunque riconosciuto. E la folla giunta a Roma per lui, ancora una volta ne è la prova.
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