La rinoplastica (o chirurgia plastica del naso ) è un intervento chirurgico che consente di rimodellare le strutture interne del naso per raggiunge la sua forma ideale sia rispetto ad un ideale estetico sia per porre fine ad eventuali difetti che rendano difficile la respirazione per la persona. A livello statistico, questo tipo di operazione è richiesta parimenti da donne e da uomini.
Cerchiamo di comprendere meglio dove agisce la rinoplastica: sotto la pelle della piramide nasale che compone il nostro organo, troviamo le strutture di sostegno dello stesso, fatte di cartilagine ed osso. La prima compone le strutture che ne danno la forma e sostengono la punta del naso e quindi il setto nasale anteriore, chiamato a dividere le due fosse nasali. E’ osseo il setto nasale posteriore che collega la cartilagine al teschio.
Rinoplastica: le tipologie
Con la rinoplastica si possono correggere i difetti strutturali o estetici del naso. E questo è un assunto chiaro a tutti. Non molti sanno però che esistono due tipologie di operazione: la rinoplastica chiusa e quella aperta (o open). Si parla di intervento chiuso quando la correzione avviene agendo dall’interno delle narici in via esclusive, mentre si parla di rinoplastica aperta quando si scoperchia il rivestimento cutaneo della punta. In questo caso l’operazione prevede che venga separata parte della struttura anatomica visibile esternamente e che separa le due narici (conosciuta sotto il nome di columella, N.d.R.) attraverso una incisione di pochi millimetri che penetra all’interno tanto quanto basta a sollevare e mostrare la struttura cartilaginea da modellare. Non di rado negli ultimi tempi per scolpire la cartilagine adeguatamente si ricorre all’utilizzo di un laser ad anidride carbonica pulsata.
Rinoplastica: i rischi
I rischi che si corrono sono quelli tipici di qualsiasi ambito chirurgico: piccoli sanguinamenti e infezioni, nonché possibili reazioni avverse all’anestesia se si è scelto quella generale. Più frequentemente però i rischi sono quelli legati alla mancanza di raggiungimento di un risultato soddisfacente. Sono due gli scenari che si aprono: quello relativo alle aspettative del paziente deluse nonostante l’impeccabilità dell’operazione e il possibile errore medico. Soprattutto in quest’ultimo caso potrebbero sopraggiungere problemi respiratori dovuti ad un indebolimento della struttura dovuto ad una eccessiva rimodulazione della forma.
Rinoplastica: l’intervento
L’intervento di rinoplastica, se semplicemente di natura estetica, varia molto a seconda della praticità del medico operante. Si può parlare mediamente di tempi che vanno dai 30 minuti ad un’ora se non si conta la preparazione pre-operatoria. Quasi sempre la chirurgia del naso si esegue in anestesia generale, non solo per un maggiore comfort del paziente ma perché nonostante la possibilità di lavorare in anestesia locale senza che la persona abbia a soffrirne, non si può non tenere conto della possibilità del colare di fluidi e sangue all’interno della gola del paziente, seppur accidentalmente. Ad ogni modo il paziente è libero di scegliere la formulazione che più preferisce.
Una volta eseguito l’intervento secondo la tecnica decisa, il paziente deve sottostare ad un incerottamento del naso, all’apposizione di un tutore rigido ed a dei tamponcini endonasali. Mentre questi ultimi vengono tolti dopo 48 ore, il tutore ed il cerotto permangono sul viso della persona per circa una settimana. La scomparsa totale del gonfiore e la completa “guarigione” avvengono a circa un mese o due dall’operazione.
Rinoplastica: il consenso medico informato
Quando si parla di rinoplastica è giusto parlare anche di consenso medico informato. Pensando ad un intervento estetico talvolta si tende a dimenticare che si parla di un’operazione chirurgica e che quindi sia necessaria una autorizzazione all’operazione. Questo concetto entra prepotentemente in gioco quando a sottoporsi ad una rinoplastica deve essere un minore, sia per motivi estesici che per migliorarne lo stato di salute. In questo tipo di casistica, il consenso deve essere dato per scritto da un genitore o da un adulto che ne eserciti la potestà. Nella maggior parte dei casi si agisce, infatti, su organi sani di pazienti sani ed è giusto sia tutelare il paziente che deve essere conscio di possibili conseguenze e problematiche tipiche di un intervento chirurgico, sia il medico chiamato ad operare.
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