L’ alopecia androgenetica (aga) è la patologia tricologica più frequente in entrambi i sessi. Colpisce circa l’ottanta per cento degli uomini, il cinquanta per cento delle donne ed il quindici per cento circa degli adolescenti di età tra 15 e 18 anni. L’esordio clinico della calvizie avviene spesso in maniera subdola e senza soluzione di continuità. Ora i soggetti hanno come manifestazione di esordio un “aumento” della caduta dei capelli (telogen effluvio) senza altri rilevanti segni clinici, ora il processo si manifesta con un lieve e impercettibile (ad occhio nudo) assottigliamento dei capelli apprezzabile solo dal medico con accertamenti diagnostici come la dermoscopia.
Affinché la patologia si renda evidente clinicamente è necessario che una percentuale elevata di capelli si sia assottigliata e quindi spesso la diagnosi avviene quando il processo è già in fase avanzata. È pacifico che se la diagnosi viene fatta precocemente le possibilità di cura e i risultati terapeutici sono migliori che non nel caso in cui le cure vengano iniziate più tardivamente. In quest’ottica il test genetico predittivo HairDX rapprenta un’interessante opportunità in quanto permette di individuare i soggetti a rischio di aga prima ancora dell’esordio clinico della patologia stessa.
Il test che si esegue in maniera non invasiva su un campione di saliva valuta la presenza del gene per il recettore degli androgeni (gene ar) situato sul cromosoma x ed ereditato dai maschi da parte materna. Il test discrimina tra 2 varianti di detto gene: la variante G ad alto rischio per aga nei maschi e la variante A a rischio più basso. Se il test risulta positivo per la variante G il soggetto rischia di sviluppare una calvizie nel 70% dei casi entro i 40 anni. Nelle donne invece il test valuta il numero di ripetizioni della sequenza nucleotidica CAG del gene ar. Un basso numero di ripetizioni CAG si associa ad un’aumentata sensibilità agli androgeni e a un maggior rischio di aga.
Il test nella donna fornisce un valore numerico: se il valore è inferiore a 19 il test è positivo se il valore è maggiore di 19 il test è negativo. Nel caso che il test sia positivo la donna ha un rischio del 70% di sviluppare aga entro i 40 anni. Ci sono una serie di situazioni cliniche in cui il test risulta certamente di utilità: soggetti maschi giovani tra 18 e 22 anni senza segni clinici di aga ma con familiarità per calvizie, soggetti con “telogen effluvio” e familiarità per calvizie.
Nel sesso femminile dove la diagnosi di calvizie androgenetica è abitualmente più difficoltosa anche per il medico, il test rappresenta un’importante opportunità nell’iter diagnostico. Il test permette quindi di impostare al meglio per il paziente ora un programma terapeutico, ora un programma preventivo e rappresenta certamente un ulteriore passo in avanti nella diagnostica tricologica.