L’incontinenza è un problema più diffuso di ciò che si crede: esso può dipendere da diverse cause e patologie: si parte da quella femminile relativa al post-gravidanza, fino a quella degli anziani derivanti da una sopravvenuta debolezza delle pareti pelviche. In ogni caso, grazie all’esperienza in particolare di coloro che soffrono di sclerosi multipla si è notata una regressione dei sintomi nei pazienti che assumono cannabinoidi.
Il tutto, spiega una ricerca, sarebbe da collegare alla capacità del corpo animale ed umano di produrre in maniere autonoma delle molecole simili ai cannabinoidi, chiamate , endo-cannabinoidi, in grado di legarsi ai recettori del nostro organismo e modulare la nostra risposta biologica.
Da molto tempo ricercatori di ogni paese sono impegnati nello studio dell’effetto di queste molecole per ciò che riguarda il dolore e la risposta infiammatoria del nostro organismo. Fino ad ora però la vescica era rimasta fuori da qualsiasi congettura. Ci si è resi conto invece che gli endo-cannabinoidi potevano avere un ruolo importante nella gestione dell’incontinenza.
Gli scienziati dell’Urological research institute del San Raffaele di Milano, guidati da Petter Hedlund e Francesco Montorsi, in collaborazione con studiosi dell’università di Monaco (Germania) e di Linkoping (Svezia), hanno dimostrato, attraverso una ricerca pubblicata sulla rivista di settore European Urology, che l’enzima FaaH (Fatty acid amide hydrolase), in grado di regolare il metabolismo dei cannabinoidi umani, viene espresso proprio della vescica. Se quest’ultimo viene inibito, e gli endo-cannabinoidi concentrati in sede locale, l’incontinenza tende a sparire.
Una buona notizia, per quel 13% di donne che si stima, solo in Italia, soffrano di questa condizione. Sebbene ancora in fase preliminare, i risultati di questa ricerca possono aprire nuove strade di studio a livello farmacologico per la messa a punto di nuove terapie. In modo tale da rendere la vita delle persone affette da incontinenza meno problematica non solo a livello fisico ma anche sociologico.
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Fonte: European Urology