Ancora un atleta professionista perde la vita per un problema di salute, una causa da chiarire, che ha provocato un arresto respiratorio. Si tratta di Veronica Gomez Carabali, attaccante della nazionale di pallavolo del Venezuela. Aveva solo 27 anni e quest’anno aveva indossato la maglia del Lokomotiv Baku. Era rientrata in patria a causa di un infortunio al tendine d’Achille ed è qui che è deceduta, proprio ieri, mentre lo sport italiano perdeva Morosini.
La Gomez aveva giocato anche in Russia con l’ Uralochka, in Belgio nelle fila del Tongeren, in Svizzera nel Koniz, in Spagna ed in Romania. Si tratta di un’altra morte assurda, incomprensibile. Chi fa sport dovrebbe essere tenuto sotto stretto controllo medico sanitario ed un fisico allenato è da sempre sinonimo di buona salute. E così è soprattutto nel nostro Paese. In Italia, ogni sei mesi gli atleti professionisti vengono sottoposti a check up completi. Purtroppo questo non garantisce da anomalie congenite nascoste o difficilmente individuabili, o dall’insorgenza di patologie nel periodo intercorrente, cosa che può avvenire ad esempio con una miocardite. Domani l”autopsia di Morosini ci dirà qualcosa in più circa il suo decesso e probabilmente allo stesso modo nel tempo saranno spiegate le cause della morte di questa giovane donna, Veronica Gomez.
Se pur tutto fosse perfetto nello sport esistono sempre dei casi emblematici che devono indurre a fare qualcosa in più. I fatti recenti lo impongono: Naoki Matsuda difensore giapponese della squadra di calcio Matsumoto Yamaga, morto il 4 Agosto scorso a due giorni da un arresto cardio-respiratorio che si è manifestato durante un allenamento e poi Vigor Bovolenta e Piermario Morosini, senza dimenticare i casi più fortunati di Antonio Cassano e di Fabrice Muamba, dato per spacciato eppure incredibilmente vivo e vegeto: il suo cuore è stato fermo per ben 78 minuti. Nonostante ciò, grazie all’impianto di un defibrillatore interno potrà tornare in campo a breve.
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