Non è passato nemmeno un anno dalla comparsa dell’influenza suina, e circa un mese da quando è improvvisamente scomparsa, almeno dai giornali e dalle televisioni. Ma che fine ha fatto? A fare il punto della situazione è direttamente l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha oggi diramato le cifre ufficiali ad 8 mesi dall’inizio della pandemia.
Almeno 12.220 decessi sono stati causati dall’influenza H1N1, o come si dice in gergo, sono stati “formalmente confermati” in tutto il mondo, ma l’epidemia sembra essere in declino, come la stessa OMS ha ammesso. Le morti accertate, la cui ultima registrazione risale al 27 dicembre, sono state di circa 700 in più rispetto ad una settimana prima. La settimana precedente aveva registrato un aumento di circa 1.500 decessi, dunque la buona notizia è che nell’arco di 7 giorni i decessi sono stati più che dimezzati.
Il rapporto afferma che i settori più attivi della trasmissione in corso erano in Europa centrale e orientale, con i punti focali nelle ultime settimane riportati in Georgia, Montenegro e Ucraina. In altre parti dell’Europa orientale e nel sud Europa, che comprendono Grecia, Bulgaria, Serbia e Russia nella regione degli Urali, tutte le infezioni delle vie respiratorie, tra cui l’influenza stagionale, si sono sviluppate.
Nonostante l’attenzione sui casi recenti di H1N1, l’OMS stima che l’influenza stagionale uccide da 250 a 300.000 persone in tutto il mondo ogni anno. Parlando a Ginevra, il direttore generale dell’OMS Margaret Chan ha detto che la pandemia di H1N1, affrontata ampiamente con le campagne di vaccinazione, non può essere sconfitta fino almeno al 2011 e ha sostenuto la costante vigilanza contro il virus.
L’ultimo aggiornamento dell’OMS ha dichiarato che in Europa occidentale la trasmissione del virus è rimasta diffusa e attiva, ma nel complesso l’attività della malattia aveva raggiunto il picco. In America del Nord (Stati Uniti, Canada e Messico), la trasmissione è stata anche diffusa, ma ha diminuito in modo sostanziale il numero di contagi e vittime in tutti e tre i Paesi, come era in gran parte già avvenuto in Sud e Centro America e nei Caraibi. In Asia orientale (Cina, Giappone e Taiwan) la trasmissione sembra essere in declino, concludono dall’OMS.
[Fonte: Health24]