Una nuova ricerca commissionata dalla Fondazione Chirurgia Plastica e dalla Aesthetic Surgery Education and Research Foundation suggerisce un legame tra protesi al seno e una rara forma di linfoma, ma non si sa ancora se gli impianti effettivamente causino il cancro o come la malattia possa svilupparsi.
I ricercatori, facenti parte dell’associazione no-profit Rand Corporation, hanno anche riscontrato che questo tipo di linfoma (un tipo di tumore del sistema immunitario) progredisce lentamente e può essere curato con la rimozione chirurgica della protesi mammarie e della capsula circostante. I risultati sono stati pubblicati nell’edizione online della rivista Plastic and Reconstructive Surgery.
Le preoccupazioni per un possibile nesso tra protesi al seno e linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL) sono state sollevate per la prima volta nel 1996 con la pubblicazione di una relazione da parte dei medici che hanno descritto il caso di una donna con protesi che ha sviluppato l’ALCL nel tessuto accanto a uno dei suoi impianti.
Da allora, simili rapporti pubblicati hanno stimato che circa tra 1 e 3 casi di ALCL per ogni milione di protesi mammarie sarebbero diagnosticati ogni anno. Per questo studio, i ricercatori hanno esaminato la letteratura medica sulle protesi mammarie e ALCL e convocato un panel di esperti per valutare le prove di un possibile collegamento tra i due.
Ulteriore ricerca è ancora necessaria per esplorare il legame tra protesi mammarie e ALCL e il significato clinico di questa malattia rara, ma i nostri risultati forniscono utili informazioni sia per i pazienti che per i medici nel breve termine
afferma l’autore Soeren Mattke. Nella loro revisione, Mattke e colleghi hanno identificato 36 casi pubblicati di linfoma non-Hodgkin tra le donne con protesi mammarie, ma di queste, 29 sono stati diagnosticati con ALCL. I ricercatori non hanno trovato alcuna prova che il rischio della malattia possa essere stato influenzato da fattori di rischio della paziente o di particolari tipi di impianti.
Alcune delle donne sono state sottoposte alla chemioterapia e/o radiazione, ma la maggior parte aveva bisogno di un intervento chirurgico per rimuovere l’impianto interessato e il tessuto circostante. Non ci sono state morti tra le 16 pazienti analizzate. Le conclusioni dello studio spiegano che è evidente un’associazione tra protesi mammarie e ALCL, ma non dimostra definitivamente che le protesi possano causare il cancro o spiegare come gli impianti potrebbero favorirlo.
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[Fonte: Health24]