Il tumore del pancreas è una delle patologie cancerose meno curabili. A colpire in particolar modo è la sua recidività. Ora uno studio italiano tenta di aprire la strada alla comprensione della sua alta mortalità.
È stato infatti scoperto da un gruppo multidisciplinare dell’Ospedale San Raffaele di Milano che per crescere e diffondersi il tumore pancreatico utilizza anche i linfociti, particelle considerate come veri e propri difensori del sistema immunitario. Lo studio sui linfociti “traditori” è stato pubblicato recentemente sulla rivista di settore Journal of Experimental Medicine.
Come si sa il carcinoma del pancreas è una patologia tra le più aggressive fra quelle che possono colpire l’uomo, e rappresenta la quarta causa tumorale di morte . L’unica vera cura efficace risiede nella chirurgia, ma del totale dei malati solo il 15-20% dei pazienti risulta eleggibile all’intervento, sia per le condizioni fisiche generali degli stessi, sia per la particolare conformazione del cancro. Purtroppo anche in questo caso non sempre l’intervento assicura la sopravvivenza. Quindi per trovare una cura adeguata è necessario capire quali sono i meccanismi che regolano il tumore.
Ed è su questo assunto che si basano la maggior parte delle ricerche in atto relative al tumore al pancreas. I ricercatori milanesi, grazie allo studio dedicato, sono stati in grado di individuare il “dialogo” tra le cellule tumorali e quelle presenti nel loro microambiente, ovvero le cellule stromali e quelle del sistema immunitario.
È stato quindi rilevata un’alterazione di quest’ultimo e in particolare dei linfociti T. Essi diventano, una volta assoldati dal tumore, “linfociti deviati” che invece di produrre le citochine chiamate a combattere il cancro ne producono altre atte a favorire l’espandersi della malattia.
Al contempo sono state individuate le molecole coinvolte in questo particolare meccanismo, dando modo alla medicina di mettere a punto terapie in grado di contrastare tali eventualità. Non solo, prendendo in considerazione un’ampia casistica di malati sottoposti all’intervento chirurgico è stata rilevata una correlazione tra la sopravvivenza del paziente e la presenza di linfociti deviati nel sistema immunitario dello stesso.
Spiega la coordinatrice dello studio, la dottoressa Maria Pia Protti:
Questa ricerca rappresenta un passo in avanti sia nella conoscenza dei meccanismi biologici che rendono il carcinoma del pancreas un tumore particolarmente aggressivo, sia nell’identificazione di nuovi target terapeutici che consentiranno di mettere a punto, nei prossimi anni, nuove strategie terapeutiche.
Articoli Correlati:
Tumore al pancreas, uno dei più aggressivi
Tumore al pancreas, attenzione ai soft drink
Fonte: Corriere della Sera