La Corea di Huntington è una malattia neurologica rara e tutt’oggi priva di cura. La ricerca sta puntando molto sul comprenderne le cause. In tal senso, dopo un duro lavoro durato 4 anni è riuscita a capire come si formano i neuroni di quella parte del cervello colpita dalla patologia, gettando le basi per una comprensione della stessa.
Sembrano solo tecnicismi: in realtà a livello scientifico si tratta di una grande scoperta frutto dell’unione delle forze di più paesi in tutto il mondo e di diversi atenei. La coordinatrice della ricerca, Elena Cattaneo dell’Università di Milano ed il suo team hanno lavorato insieme agli scienziati provenienti da Yale, dall’Università di Cambridge e da policlinici di calibro del nostro paese come il San Paolo di Milano ed l’Istituto scientifico San Raffaele. Commenta la dott.ssa Cattaneo:
Abbiamo bisogno di capire di più su come si formano i nostri tessuti e le nostre cellule per comprendere perché si ammalano e costruire strategie che ne rallentino o impediscano l’insorgenza.
E questo è valido anche per la Corea di Huntington, proprio perchè di questa patologia si conosce davvero molto poco. Quel che si sa è che sono i neuroni dello striato a degenerare e comprendere come si formano e le loro caratteristiche è basilare per poter mettere a punto qualsiasi tipo di strategia terapeutica. Lo studio ha rivelato come siano tre le fasi di formazione di queste cellule studiando, ovviamente previa autorizzazione di un comitato etico, degli embrioni umani di “età” compresa tra le 2 e le 22 settimane. Continua la specialista:
Con lo studio pubblicato su Nature Neuroscience ci rivolgiamo ad una tipologia di neuroni [specifica], quelli spinosi-medi dello striato che degenerano nell’Huntington. Ne abbiamo setacciato la genesi, la progressione, la maturazione. Ora possiamo “aggiungere” queste informazioni alle cellule staminali in vitro al fine di indurle a generare neuroni striatali il più possibile simili a quelli che abbiamo nel nostro cervello.
Come potete comprendere la ricerca è agli inizi, ma questo non significa che non abbia importanza al fine di trovare una cura.
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