Inquinamento e asma, una relazione pericolosa. Molto rischiosa soprattutto per i bambini che, a contatto con l’aria contaminata, rischiano di sviluppare i sintomi dell’asma sin dalla prima infanzia e di avere difficoltà respiratorie per tutta la vita. Quando pensiamo all’inquinamento ci viene immediatamente da pensare all’inquinamento ambientale, alla CO2, all’aria satura di polveri sottili delle nostre città.
Ma c’è un altro nemico in agguato che aggrava le sindromi asmatiche, se possibile più insidioso soprattutto per i bambini che trascorrono molto tempo in casa. Si tratta dell’inquinamento cosiddetto indoor, quella forma di contaminazione domestica dell’aria che può derivare anche da semplici e banali operazioni casalinghe, come ad esempio cucinare piuttosto che spolverare.
Una recente ricerca condotta dai ricercatori della Johns Hopkins University ha infatti trovato un’associazione tra i livelli crescenti di inquinamento indoor particolato e la gravità dei sintomi dell’asma tra i bambini. Lo studio, che ha seguito un gruppo di bambini asmatici di Baltimora è tra i primi ad esaminare gli effetti delle particelle di inquinamento indoor sulla respirazione.
Il particolato è una miscela di particelle solide e goccioline liquide. Le particelle solide sono presenti in numerose forme e dimensioni e possono essere composte da vari componenti chimici. Le particelle più piccole misurano 2,5 micron (circa 1/30 del diametro di un capello umano), e possono penetrare in profondità nel corpo attraverso il sistema respiratorio. Le particelle grandi rientrano invece tra i 2,5 e i 10 micron di diametro. Le particelle più grandi possono anch’esse penetrare il sistema respiratorio e possono essere prodotte in ambienti chiusi attraverso attività come cucinare e spolverare. Al momento esistono discipline che regolamentano i livelli di inquinamento particolato outdoor ma non esistono ancora standard che normalizzino l’inquinamento indoor, spesso sottostimato e sottovalutato, ma che produce anch’esso i suoi bei danni alla salute umana.
Per lo studio, i ricercatori del Center for Childhood Asthma in the Urban Environment hanno seguito un gruppo composto da 150 bambini asmatici, di età compresa tra i 2 ed i 6 anni, per un periodo di sei mesi. Apparecchi di monitoraggio ambientale sono stati utilizzati per misurare l’aria nella camera del bambino. I bambini che trascorrevano molto tempo in ambienti chiusi, spesso risultati addirittura più inquinati dell’esterno, sviluppavano maggiormente e con più violenza i sintomi tipici dell’asma: tosse, difficoltà a respirare, crisi respiratorie, grave affanno.
I principali autori dello studio, Gregorio B. Biette, Patrick Breysse e Meredith C. McCormack, spiegano:
Abbiamo scoperto che un sostanziale aumento dei sintomi dell’asma è associato con alte concentrazioni di inquinamento indoor. I bambini trascorrono quasi l’80% del loro tempo in ambienti chiusi, il che rende l’aria che si respira all’interno molto importante.
Migliorare la qualità dell’aria in ambienti chiusi e abbassare le concentrazioni di particolato indoor può fornire ulteriori mezzi per migliorare i sintomi dell’asma, soprattutto per i bambini che vivono in città.
[Fonte: Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health (2009, February 27). Indoor Air Pollution Increases Asthma Symptoms, Study Suggests. ScienceDaily. Retrieved February 27, 2009, from http://www.sciencedaily.com /releases/2009/02/090219101700.htm]