L’insonnia è un problema. Non grave al pari di malattie ben più importanti, ma in molti casi inficiante in maniera seria la qualità della vita delle persone. Sono molti i rimedi naturali, casalinghi e farmacologici che vengono messi in atto per contrastare il disturbo. Una ricerca italo-canadese ha deciso di puntare la sua attenzione nei confronti di un nuovo recettore della melatonina.
E’ stato infatti messo a punto un composto, il cui nome scientifico è attualmente UCM765, che su modello animale è stato in grado di attivare in maniera selettiva il recettore MT2 della melatonina, diverso da quello comunemente stimolato, creando dei miglioramenti sulla qualità del sonno delle cavie da laboratorio. I risultati della ricerca delle delle Università di Urbino, Parma, Milano, della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, e delle due Università canadesi McGill e Université de Montréal sono stati pubblicati sulla rivista di settore Journal of Neuoscience.
Si tratta di un approccio considerato incoraggiante in ambito medico perché renderebbe possibile lo sviluppo di nuovi farmaci efficaci contro l’insonnia. Tutto è partito da una sperimentazione delle Università italiane che già da qualche anno stavano lavorando su una nuova classe di sostanze in grado di “funzionare” su questa tipologia di recettori della melatonina rispetto agli “abusati” MT1.
I ricercatori del team della dott.ssa Gabriella Gobbi della McGill University ha così scoperto che l’attivazione selettiva di questi recettori promuove l’insorgenza del sonno profondo, una tipologia in grado non solo di far riposare l’organismo e consolidare la memoria, ma anche in grado di apportare benefici alla salute attraverso l’abbassamento di pressione e l’aumento del metabolismo.
Per capire meglio: i due diversi recettori sui quali agisce la melatonina, regolano due tipi opposti di sonno. L’MT1 favorisce il sonno rem, mentre l’MT2 favorisce il non-Rem, favorendo una tipologia di sonno migliore per il nostro benessere.
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Fonte: JoN