Un respiro e lo stress sarà misurato. Magari non sarà così facile, ma è quello che stanno tentando di creare i ricercatori dell’Imperial College di Londra attraverso la messa a punto di un test del respiro non invasivo. Il tutto è stato possibile grazie alla scoperta di sei distinti biomarcatori all’interno dell’alito umano.
Lo studio, coordinato dal professor Paul Thomas, è stato pubblicato sulla rivista di settore Journal of Breath Research. Gli scienziati si sono avvalsi della collaborazione di un grippo di giovani volontari appartenenti ad entrambi i sessi sottoposti a specifiche fasi di sperimentazioni. Nel corso della prima, il campione è stato invitato a sedersi comodamente per ascoltare della musica non stressante, mentre nella seconda parte dello stesso, ai volontari è stato chiesto di eseguire un difficile compito matematico: inutile dirvi che è stata questa la parte dello studio volta a creare stress nei partecipanti. Prima di ogni fase e subito dopo, i volontari sono stati sottoposti a dei test sul proprio respiro, al monitoraggio del cuore e della pressione sanguigna.
Il respiro è stato poi testato attraverso una gas cromatografia-spettrometria di massa (GC-MS) e poi analizzato statisticamente e confrontato con i composti già conosciuti e correlati a manifestazioni fisiche. Commenta il dott. Thomas:
Se siamo in grado di misurare lo stress oggettivamente in modo non invasivo ne possono beneficiare nel lungo termine tutti i pazienti e le persone sensibili che hanno difficoltà a rivelare le risposte allo stress ai loro accompagnatori, come per esempio coloro che soffrono di Alzheimer. E’ possibile che i marker dello stress nel respiro possano mascherare o confondere altri composti chiave che vengono utilizzati per diagnosticare una certa malattia o condizione, per cui è importante che questi siano registrati.
In particolare sarebbero due composti ad essere spia di stress certo: il 2-metil pentadecano e l’indolo. Se i risultati ottenuti in questo studio verranno confermati, un test attendibile potrebbe venire presto creato definitivamente. Un simile approccio è già in utilizzo per malattie come l’asma, la tubercolosi ed altre patologie polmonari.
Fonte | JBR
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