Virus Zika e trasfusioni di sangue: pur non essendo state ancora rilevate delle infezioni di tipo autoctono in Italia, le autorità sanitarie del nostro paese seguono già da mesi delle linee guida ben precise per la raccolta di materiale ematico al fine di non subire, nemmeno in modo involontario, contaminazioni.
Negli Stati Uniti a segnare la via da seguire è stato il documento della FDA “Revised Recommendations for Reducing the Risk of Zika Virus Transmission by Blood and Blood Components” pubblicata ad agosto. Anche nel nostro paese, sono stati organizzati dei passaggi ben precisi per evitare che la trasmissione del virus Zika avvenga attraverso le trasfusioni di sangue come avvenuto in alcuni stati americani. Oltreoceano viene eseguito ora un test molecolare (Nucleic Acid Testing – NAT) sulle donazioni di sangue e sugli emo-componenti prima della conservazione degli stessi.
Nel nostro paese la diffusione della famiglia di virus (arbovirus) è attualmente tenuta sotto controllo da piani di sorveglianza epidemiologica studiati appositamente per i virus Chikungunya, Dengue e Zika. Il fatto che i casi di infezione italiani siano tutti relativi all'”importazione” dell’agente patogeno da parte di persone provenienti da luoghi dove il virus è endemico, sta facendo in modo tale che le misure di prevenzione già intraprese siano da considerare valide perché recepiscono le raccomandazioni dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Commenta il direttore del Centro Nazionale sangue Giancarlo Maria Liumbruno:
Il Centro Nazionale Sangue conferma la validità delle misure di prevenzione della trasmissione trasfusionale dell’infezione da Zika virus già introdotte in Italia. Queste ultime sono basate sul rafforzamento della sorveglianza anamnestica del donatore (con particolare riferimento ai viaggi) e sull’applicazione del criterio di sospensione temporanea per i donatori che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi autoctoni di infezione o che riferiscano un rapporto con partner sessuale a rischio di infezione da Zika virus oppure con infezione probabile o confermata.
Non bisogna quindi temere per le scorte italiane di sangue.
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