“Anche io ho il Parkinson”: la campagna di sensibilizzazione contro questa patologia neurodegenerativa ora passa per i social network, Facebook in particolare, grazie al viso pulito e dolce di una bambina.
Il punto dell’intera questione è quello di cambiare la percezione della malattia nella popolazione. Solo in questo modo si può avere la speranza in qualche modo di modificare l’atteggiamento nei confronti della stessa. Collegando infatti il morbo di Parkinson alla terza età, le persone tendono spesso a sottovalutare l’impatto che può avere a livello sociale. E’ per questo motivo che la onlus Parkinson Italia, la quale riunisce tutte le associazioni italiane che combattono contro la malattia ha pensato ad una campagna social diverse da quelle viste finora.
Vedere una bambina dire “Anche io ho il Parkison”, porta immediatamente il focus non solo sulla patologia neurologica, ma anche sugli effetti che la stessa ha sul malato e sulle persone a loro care. Senza contare che non si può dimenticare il fatto che il Parkinson, attualmente ancora senza una cura, possa colpire anche persone giovani la cui disabilità progredisce fino a diventare totale per colpa della sempre minore produzione della dopamina, il neurotrasmettitore che controlla il movimento. Spiega Gianguido Saveri, coordinatore nazionale e responsabile della Comunicazione di Parkinson Italia ONLUS:
Nella nostra campagna di sensibilizzazione abbiamo deciso di evidenziare un aspetto particolare del fenomeno, la ricaduta sui figli dei malati di Parkinson, perché è un dato emblematico di quanto grave sia l’impatto della malattia su queste famiglie. Soprattutto se sono bambini o ragazzi in età scolare, anche la loro vita quotidiana e la loro esistenza futura ne risentiranno in modo drammatico.
Quando il Parkison colpisce una persona la stessa avrà sicuramente bisogno di assistenza. E la sua famiglia necessiterà di essere tutelata. Come farlo? Aumentando la conoscenza della malattia e lottando affinché anche lo Stato si muova per regolamentare con un occhio alla malattia, sia l’assistenza sanitaria che il mondo del lavoro.
Photo Credit | Parkinson Italia