Può sembrare un controsenso, o addirittura una pratica illegale, ma secondo una regola indicata dall’Istituto Superiore di Sanità che si sta diffondendo negli ultimi tempi, pare sia possibile mangiare anche i cibi scaduti, a patto che si seguano determinate regole.
Se i cibi hanno una scadenza significa che c’è un motivo
spiega Laura Toti del Dipartimento di sicurezza alimentare dell’ISS, la quale però aggiunge che ci sono delle regole da non sottovalutare. Si tratta di indicazioni molto importanti da seguire alla lettera in quanto si incorre nel rischio di intossicazioni alimentari di cui il consumatore dev’essere già al corrente. La legge infatti non prevede sanzioni per la casa produttrice dell’alimento scaduto in quanto, se consumato dopo la data indicata sulla confezione, la responsabilità diventa tutta a carico dell’utente. Vediamo dopo il salto quali sono queste modalità da seguire.
Le alterazioni chimiche e microbiologiche che modificano le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto possono rappresentare un pericolo per la salute, ma in alcuni casi possono semplicemente significare una riduzione dell’apporto nutrizionale del prodotto stesso, senza altre controindicazioni. In altri casi, se il prodotto è conservato correttamente, non ci sono modificazioni se consumato pochi giorni dopo. Ad esempio, spiega la dottoressa Toti,
uno yogurt può essere mangiato anche il giorno dopo la scadenza, ma è vero anche che la quantità di fermenti sarà inferiore a quella indicata e che quindi i benefici che questi microrganismi possono portare sono minori.
Per precisare queste indicazioni, l’Istituto Superiore di Sanità ha redatto una tabella chiarificativa in cui si capisce meglio, prodotto per prodotto, come e quando va consumato dopo la data di scadenza. Ad esempio il latte e le uova sembrano essere gli unici alimenti che non vanno mai consumati dopo la data di scadenza. Dal giorno successivo a quello indicato le alterazioni microbiologiche rendono il prodotto sempre più deteriorato e dunque può far male a chi lo consuma. Dopotutto già l’odore che deriva dalla bottiglia del latte dovrebbe metterci in allarme.
Esistono però alcuni prodotti che, se correttamente conservati, possono essere consumati anche fino a due giorni dopo la data di scadenza. In questa categoria rientrano proprio gli yogurt, nonostante la perdita di fermenti lattici, e gli affettati confezionati; più lunga è l’attesa per pasta, bibite, tonno in scatola e legumi secchi che possono essere mangiabili anche 1-2 mesi dopo la scadenza, mentre ad esempio per quanto riguarda il pesce surgelato, se correttamente conservato, è possibile mantenerlo in freezer anche un anno.
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[Fonte: Corriere della Sera]