Gli uomini che mangiano molta frutta e verdura, in particolare cavoli e ravanelli, hanno minori probabilità di sviluppare il cancro all’esofago. La conferma di quanto in un certo senso si sapeva già arriva da uno studio nipponico sui tumori maschili, commissionato dal Ministero della Sanità.
Nei paesi asiatici infatti il tumore esofageo è particolarmente diffuso (si contano 30 nuovi casi l’anno su 100mila abitanti, contro i 4 casi annui del nostro paese) e il tasso di mortalità per questo tipo di patologia è piuttosto elevato.
Si tratta di un tipo di cancro molto aggressivo che colpisce prevalentemente individui di sesso maschile, manifestandosi in genere verso i sessant’anni di età. Fra le cause che ne determinano l’insorgenza vi sono tanto fattori genetici quanto ambientali, legati cioè alle abitudini alimentari e allo stile di vita: una dieta carente di frutta e verdura, consumo di alcol e tabacco (anche masticato), e, secondo studi recenti, abuso di bibite analcoliche gassate.
In ogni caso, il vizio del fumo (quello di pipa in particolare) e l’abuso di alcolici rappresentano la causa più diffusa di cancro all’esofago (nell’80-90% dei casi), soprattutto nei fumatori che sono anche bevitori abituali, quest’ultimo fattore infatti amplifica il potenziale cancerogeno delle sigarette.
Ma, come appunto già si sapeva, un ruolo fondamentale nell’insorgenza di questo tipo di tumore, il nono più diffuso al mondo, svolge anche un regime alimentare povero di frutta, verdura e vitamina A (contenuta soprattutto in alimenti di origine animale, come fegato, milza, latte e derivati, uova).
E in effetti cavoli e ravanelli non sono gli unici alimenti che si siano mostrati in grado di contrastare lo sviluppo del cancro esofageo: uno studio statunitense condotto alla Ohio State University e pubblicato qualche anno fa sulla rivista scientifica Cancer Research aveva individuato le stesse proprietà in fragole e lamponi, in virtù del loro contenuto di acido ellagico.