Ragazzi in età scolare sempre più depressi. A lanciare l’allarme è l’autorevole British Association of Teachers and Lecturers (Atl, Associazione dei Docenti e Professori), che individua le cause del crescente malessere nell’eccessivo carico, imposto dai programmi ministeriali, di compiti a casa. Secondo l’Associazione, la pressione esercitata nei confronti dei bambini li renderebbe “infelici e ansiosi“.
Per questo si pensa ad una “revisione” del piano dei compiti da fare a casa. Che non devono essere vissuti come un obbligo, ma come un’abitudine degli allievi a lavorare anche fuori dalla classe. E la famiglia? Tra le cause di un fenomeno depressivo sempre più evidente, anche “la disgregazione sociale e le rotture familiari“, ree di nuocere “alla riuscita scolastica e alle performance di scuole e istituti privati“.
In particolare, l’Unicef ha reso noto, nel 2007, che i bambini britannici sono i più infelici del mondo occidentale per via della “mancanza di una coesione sociale nel Paese“, e più di altri a rischio suicidio a causa della “pressione accademica, sociale e dei coetanei“. Bambini che non sono più capaci di fare i bambini: la crescente diffusione di comportamenti anti-sociali, del materialismo e del culto delle celebrità, visibile sin dalle scuole elementari, sarebbe alla base di un’irreversibile “perdita dell’infanzia“.