Ne ho letto stamane andando a spulciare il New York Times: un tatuaggio 3D per ricostruire l’areola-capezzolo dopo una mastectomia totale in seguito ad un tumore al seno. Per me è una novità assoluta, ma approfondendo ho scoperto che si tratta di una prassi nota e diffusa anche da noi in Italia e definita tecnicamente come “dermopigmentazione”. La notizia però è tale perché a praticare questo tatuaggio non è un medico o un cosmetologo di un ambulatorio, ma Vinnie Myers, un tatuatore all’interno del suo studio a Finksburg, Baltimora.
E’ una vera star del genere a tal punto che tutti i mass media ne parlano con regolarità, lo intervistano ed ho anche trovato uno spazio a lui dedicato sulla community di breastcancer.org, un sito molto importante. Vinnie è infatti uno specialista: al suo attivo ha circa 5000 tatuaggi di capezzoli, da lui arrivano donne operate al seno provenienti da tutto il mondo, anche dall’India o dall’Europa: un’esperienza ed una manualità unica.
Una mastectomia totale può comportare l’asportazione anche di tutta l’areola/capezzolo. Innesti cutanei possono ricrearne la forma originale, ma tale procedura non è sempre apprezzata perché molte pazienti non vogliono avere un altro intervento chirurgico e un’altra cicatrice. L’opzione alternativa è quella del tatuaggio, procedura che viene solitamente eseguita da un chirurgo plastico (con all’attivo non molte ore di formazione e pratica tatuativa purtroppo o comunque mai come quella di un tatuatore), con un risultato unidimensionale. E fu proprio un medico nel lontano 2001 ad invitare Vinnie Myers, come lui stesso racconta, ad aiutare le pazienti con tatuaggi al capezzolo da “aggiustare”. Dopo alcuni lavori comprese l’importanza di tatuatori addestrati a essere coinvolti nelle ricostruzioni mammarie.
La specializzazione di questo artista del tatoo è nell’esperienza certo, ma anche nelle modalità di utilizzo del colore, più articolata rispetto a quella che si fa abitualmente in un ambulatorio. Oltre che nel prezzo (400 dollari a capezzolo, 600 per ambedue, ovvero lo stesso per qualunque altro tatuaggio di quelle dimensioni). Negli States, le cifre chieste dai medici sono almeno 3 -quattro volte superiori e non sempre l’assicurazione le rimborsa. Diversi anche i pigmenti che usa. Possono essere pericolosi? Quelli che utilizza Vinnie sembra proprio di no. Da tempo, non a caso, lavora con il Centro di Ricostruzione del seno di New Orleans e sembra (secondo il suo sito) che abbia ricevuto un’offerta di collaborazione dall’ospedale Johns Hopkins per il dipartimento di chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica.
Attenzione però, care amiche, di Vinnie ce ne è uno solo al momento (anche se si stanno diffondendo sempre più corsi speciali per nuovi artisti del seno). E’ sempre meglio rivolgersi ad un chirurgo plastico se non si può andare direttamente da lui. Mai affidarsi al primo tatuatore che passa, men che meno per un qualcosa di così delicato ed importante come la ricostruzione di un capezzolo dopo un tumore al seno.
Nel suo sito maggiori informazioni.
Foto: Vinniemayers.com