L’E-Cig non è priva di rischi.E’ l’Istituto Superiore di Sanità a sottolineare come la critica di Umberto Veronesi nei confronti dell’OMS e della sua posizione sulla sigaretta elettronica sia concettualmente sbagliata.
Il professor Umberto Veronesi è tra i firmatari di una lettera scritta da 50 scienziati internazionali composta essenzialmente di una serie di affermazioni relative alla sigaretta elettronica ed alle strategie di marketing alla stessa legata, alle sue emissioni di sostanze cancerogene ed ai danni che poteva causare che si stagliava nettamente contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le linee guida da essere prodotte sull’E-cig. Il problema di questa missiva, secondo il prof. Walter Ricciardi dell’Iss consta nella mancanza di evidenze scientifiche e dati a supportare tale “punto di vista.
Non si può basare il proprio giudizio sulla sigaretta elettronica su dei dati non scientifici e obiettivi, sottolineando che si tratta di reazioni sbagliate al prodotto da parte delle multinazionali del tabacco. I dati raccolti scientificamente dall’Iss, che ha monitorato la situazione italiana, parlano chiaro: nel 25% dei casi coloro che utilizzano l’E-cig continuano a utilizzare le sigarette tradizionali, di fatto incrementando la quantità di nicotina ed addirittura c’è chi ha iniziato a fumare con questo strumento, soprattutto tra i giovani, incrementando quindi e non facendo diminuire il numero dei fumatori. Comportamenti similari sono stati riscontrati da ricerche anche in Corea e Stati Uniti.
Al momento, come sottolineato anche dall’OMS, la maggior parte degli studi di popolazione pubblicati hanno mostrato che i fumatori che usano e-cig sembrano avere addirittura una minore probabilità di smettere di fumare. A livello medico, inoltre, è stato provato che le sigarette elettroniche rilasciano nell’ambiente emissioni di diverse sostanze tossiche per la salute umana, tra cui: particelle ultrasottili, glicol propilene, nitrosamine tabacco-specifiche, nicotina, composti organici volatili (VOC), carcinogeni e tossine, incluso benzene, piombo, nickel ed altri. Ed è proprio da questo che arriva l’indicazione di non utilizzare questo strumento negli spazi chiusi e nei luoghi pubblici.
Potrà sembrare molto rigoroso come approccio quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, spiega il direttore dell’ISS, ma è anche il più giusto, obiettivamente, da utilizzare.
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