L’ebola può essere pericoloso anche dopo la guarigione: gli esperti hanno infatti scoperto che vi è il rischio di trasmissione del virus anche attraverso i rapporti sessuali e l’allattamento nei periodi successivi alla scomparsa dello stesso.
Analisi eseguite sulle persone che sono sopravvissute al virus dell’ebola hanno infatti mostrato che serbatoi dell’agente patogeno erano riscontrabili nel latte materno anche dopo la scomparsa del virus dal sangue , mentre nello sperma lo stesso è stato in grado di sopravvivere senza problemi per circa 7 settimane. Sono gli scienziati del Centro europeo per il controllo delle malattie a regalarci questi nuovi particolari sul virus che sta devastando l’Africa occidentale. All’interno del loro rapporto tecnico i ricercatori hanno spiegato tutti i pericoli e le modalità della trasmissione dell’ebola negli esseri umani.
In pratica il pericolo di contagio continuerebbe a sussistere anche attraverso il sangue donato ed altri liquidi corporei umani nonostante la guarigione. Si tratta delle prime analisi approfondite effettuate in tal senso quindi i dati sono effettivamente limitati. Ciò non significa che non sia però necessario prestare l’adeguata attenzione. Secondo i ricercatori il rischio di trasmissione dell’ebola dovrebbe venire tenuto da conto anche nella donazione di ovuli o per l’appunto di sperma ipotizzando uno stop di due mesi per tutti coloro che ritornano da un area a rischio contagio. Comportamento che deve essere valido per la donazione di sangue, cellule, tessuti ed organi. Per chi è guarito, il periodo di fermo dalle donazioni dovrebbe essere posto a 12 mesi, in modo tale di avere la certezza di non esporre le persone a del materiale infetto. Ovviamente questo non è valido per chi intenda donare sangue e plasma da convalescente per creare il siero sperimentale destinato ad aiutare i malati di ebola.
Quello che richiedono gli scienziati del centro di studi europeo non è altro che la compilazione di “specifiche linee guida per garantire la sicurezza di sangue, organi e tessuti da parte delle persone esposte al virus”.
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