Una nuova cura contro le ricadute della leucemia, una malattia che purtroppo colpisce in maniera sempre più frequente anche i bambini. Solo in Italia si stima che ogni anno tra i 350 e i 400 soggetti sotto i quattordici anni di età si ammalino di leucemia: un numero altissimo che non può e non deve essere ignorato. Ma adesso nuove speranze arrivano per tutti coloro che hanno affrontato questa malattia e che potrebbero prevenire in modo efficace le ricadute.
La nuova cura contro le ricadute della leucemia è in uso all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, sperimentata dall’équipe del professor Franco Locatelli, responsabile Dipartimento Oncoematologia e Medicina Trasfusionale all’ospedale romano. Si sta rivelando efficace per prevenire nel tempo le ricadute tipiche della leucemia nei soggetti che hanno subito un trapianto di midollo. In cosa consiste questa nuova tecnica per curare i piccoli?
► RIDOTTO RISCHIO DI LEUCEMIA PER I BAMBINI CHE FREQUENTANO L’ASILO
Nell’usare le cellule del donatore geneticamente modificate alle quali viene aggiunto un nuovo gene suicida, chiamato Caspasi 9: un gene importante che impedisce alle cellule del bambino ricevente di aggredire le cellule del donatore. Tradotto significa quindi che le cellule sane non possono ammalarsi, sconfiggendo dunque il rischio di ricaduta di leucemia.
► LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA INFANTILE: FUMO GENITORI FATTORE DI RISCHIO
Il professor Franco Locatelli parla di grandi passi in avanti per la cura di questa malattia.
La cosa più importante da sapere è che oggi grazie al progresso delle terapie da questa forma tumorale si può guarire: i dati confermano che oltre l’80% dei pazienti guarisce grazie alla chemioterapia, mentre un altro 10% può essere salvato con un trapianto di cellule staminali
Le probabilità di successo stimate per questa nuova cura sono altissime e sfiorano il 90%. Insomma la tecnica sembra davvero potere aiutare tutti quei bambini che sono costretti a lottare contro il tumore.
Foto | Thinkstock