Primo contagio attraverso un rapporto sessuale per il virus Zika. A quanto pare l’agente patogeno non necessita solamente del vettore rappresentato dalla zanzara Aedes per diffondersi. Il caso è occorso negli Stati Uniti.
E più nello specifico in Texas, dove è stato registrato il passaggio del virus da un paziente ad un’altra persona tramite l’intimità. Il soggetto infetto era appena tornato dal Venezuela, uno dei paesi del Sudamerica più colpiti dall’epidemia di virus Zika. Le autorità sanitarie di Dallas che si sono occupate del caso pensano che sia la prima volta nella quale è stato possibile appurare, senza dubbio, che la trasmissione dell’infezione sia avvenuta sessualmente.
Se confermato si tratterebbe di un evento in grado di segnare un approccio differente rispetto a quello tenuto finora sul virus Zika. Soprattutto in virtù del fatto che, dopo l’annuncio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità le case farmaceutiche hanno lanciato una sorta di “corsa al vaccino” contro il virus. Che lo ripetiamo, al momento non desta molte preoccupazioni se non quella delle possibili conseguenze sui feti delle donne in stato di gravidanza.
A tal proposito è da segnalare anche l’appello lanciato dall’Unicef per la raccolta di 9 milioni di dollari da destinare alla limitazione della diffusione della malattia nell’America Latina ed ai Caraibi, favorendo dei programmi per il sostentamento dei bambini colpiti da microcefalia e delle loro famiglie. Seppure ancora in attesa di uno studio chiarificatore sul nesso causa-effetto, il nesso attualmente esistente viene considerato sufficiente. Il Centro per le malattie infettive di Atlanta, negli Stati Uniti, ha intanto allargato la lista dei paesi nei quali è consigliato di non recarsi. Oltre a Brasile e Venezuela, non mancano il Messico, Capo Verde, il Paraguay ed ancora, il Costarica, il Nicaragua, le isole Samoa e Curacao.
Prevenire in questi casi, sostengono gli esperti, è necessario: soprattutto per ciò che concerne le donne incinte.
Virus Zika sintomi, contagio, rischi e cure
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