La legge 104 è valida anche per i conviventi delle persone disabili. La Consulta ha fatto finalmente chiarezza sul ruolo di quei caregiver di persone affette da disabilità che pur prendendosi cura dei propri cari fino a questo momento non potevano contare sul sostegno offerto da questa norma.
Grazie alla sentenza della Suprema Corte ora anche il convivente della persona disabile può usufruire dei tre giorni di permesso mensile retribuito e coperto da contribuzione figurativa previsti dalla L. 104/92. Fino a questo momento la norma era applicabile solo ai coniugi ed ai parenti fino al 2 grado. Si è giunti a questa conquista grazie al caso della dipendente di una Usl livornese, caregiver del compagno affetto dal morbo di Parkinson. Sia l’Inps che la Presidenza del Consiglio, costituitisi in giudizio per richiedere di mantenere l’esclusione del beneficio per i conviventi hanno dovuto accettare la decisione.
La Consulta ha spiegato che la sentenza non intende equiparare i coniugi e conviventi a livello legale ma semplicemente tutelare, secondo il 3 articolo della Costituzione la salute del cittadino affetto da handicap in gravi condizioni di salute dandogli modo di poter contare sulla vicinanza ed assistenza della persona con la quale intrattiene una relazione affettiva. Su aspetti particolari come questo, ha continuato, non si può escludere la “comparabilità delle discipline riguardanti aspetti particolari dell’una e dell’altro che possano presentare analogie ai fini del controllo di ragionevolezza a norma dell’articolo 3 della Costituzione. In questo caso”, spiega, “l’elemento unificante tra le due situazioni è dato proprio dall’esigenza di tutelare il diritto alla salute psico-fisica del disabile grave, nella sua accezione più ampia, collocabile tra i diritti inviolabili dell’uomo”.
I tre giorni concessi dalla legge 104, sia se usufruiti in permessi straordinari di qualche ora, sia se utilizzati eliminando 3 giorni interi dalla propria mensilità di lavoro consentono al caregiver di potersi occupare con più tranquillità del paziente e quindi offrendo un’assistenza migliore.
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