Una nuova tecnica per l’asportazione dei fibromi uterini (noti anche con il nome di miomi): è questo quello che ha messo a punto, nel corso di uno studio, una squadra di ricercatori israeliani che si era posto come obiettivo iniziale il capire quanto e come i miomi affliggessero la vita delle donne.
L’incidenza dei fibromi, a seconda delle fasce d’età, è molto ampia. In Italia almeno il 25% delle donne tra i 30 ed i 60 anni di età combatte con un simile disturbo: essi non sono da considerare pericolosi (si tratta di tumori benigni che non si trasformano in neoplasie, N.d.R.) di per sé ma possono portare a complicazioni importanti come mestruazioni abbondanti, dolore pelvico ed un sensazione di pesantezza nella parte bassa dell’addome. Quando il fibroma è presente in una donna giovane di solito si tende ad intervenire per non mettere a repentaglio la sua fertilità, mentre spesso nelle donne in menopausa, a meno di manifestazioni molto fastidiose, si preferisce non agire. Commenta il Prof. Ivano Mazzon, Direttore del Centro di Endoscopia Ginecologica Arbor Vitae:
E’ sempre più frequente l’evidenza che i miomi possano avere un impatto negativo sulla fertilità e interferire con il desiderio di procreare. Infatti, la presenza del fibroma altera la regolare anatomia e funzionalità dell’utero, andando ad agire negativamente nelle fasi di concepimento ed impianto della gravidanza.
Non solo: in particolare i miomi sottomucosi rappresentano un importante fattore di rischio di minaccia d’aborto, distacco di placenta e parto pre-termine. Ecco quindi perché non esistendo una cura farmacologica efficace, in alcuni casi si rende necessario intervenire. La rimozione per via isteroscopica ad ansa fredda, nuova ed unica nel suo genere, supera le procedure già utilizzate in passato basate sull’uso del bisturi elettrico. Con questo nuovo procedimento, conosciuta come “Tecnica di Mazzon“, il chirurgo usa uno strumento meccanico che non genera calore e che quindi evita complicanze, eliminando la possibilità di creazione di aderenze o zone cicatriziali. Si tratta di una tecnica mininvasiva endoscopica che può essere eseguita con una lieve sedazione e che a seconda del numero dei miomi (fibromi) dura in media 20 minuti.
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