Forse farà in tempo a raggiungere quota mille il virus A H1N1, il cosiddetto virus dell’influenza suina che poi di suino ha ben poco, visto che finora gli unici maiali che si sono rivelati contagiati, lo sono stati perché il virus gliel’ha passato il loro allevatore. Certo è che però il virus ha fatto il giro del mondo. Questi i Paesi che finora ha visitato:
Austria (1), Canada (85), Cina, Hong Kong (1), Costa Rica (1), Colombia (1), Danimarca (1), Salvador (2), Francia(2), Germania (8), Irlanda (1), Israele (3), Italia (2), Olanda (1), Nuova Zelanda (4), Corea (1), Spagna (40), Svizzera (1) e Regno Unito (15).
A questi vanno aggiunti i centinaia di casi in Messico e negli Stati Uniti, che sono stati i primi ad essere colpiti. Il secondo caso italiano è di un giovane di 25 anni di Roma, che tornava da un viaggio in Messico. Nulla di preoccupante. Come il caso toscano, è già guarito, segno che basta una cura con gli antivirali per star subito meglio.
Dopotutto questo contagio non ha fatto tante più vittime delle altre influenze, dall’australiana alle normali influenze di stagione. Il picco dei morti si è registrato all’inizio, quando probabilmente non si curavano adeguatamente i malati, oppure essi, sospettando una normale influenza, non si recavano nemmeno in ospedale, accorgendosi troppo tardi dell’errore. Intanto le vittime sono arrivate a quota 26, di cui 25 in Messico e una negli Stati Uniti. Peraltro una bambina messicana. Ma quello che rincuora è vedere che la diffusione del virus sta rallenando.
Forse grazie alle precauzioni (mascherine, lavaggio delle mani, ecc.) ma in Messico, e di conseguenza nel resto del mondo, i casi stanno diminuendo rispetto ai primi giorni del focolaio. Sembra che nel giro di una settimana o due al massimo il mondo potrebbe ritornare normale, anche se bisognerebbe stare attenti a dopo l’estate quando, secondo gli esperti, il virus potrebbe ritornare, favorito dalle normali influenze di stagione.