Il virus del Covid-19 può avere effetti diretti anche sul cervello: è questo ciò che emerge dall’analisi di circa 300 studi provenienti da tutto il mondo riguardanti le conseguenze del contagio da coronavirus sugli esseri umani.
Sintomi neurologici del Covid-19
Il cervello, purtroppo, può essere uno dei bersagli del virus e lo dimostrano i sintomi neurologici collegati all’infezione da Sars Cov-2 rilevati dai medici di tutto il mondo: essi sono differenti e vanno dalla mancanza di olfatto e gusto alla cefalea e ancora a ictus e micro ischemie. In alcuni casi sono stati rilevati anche attacchi epilettici nei pazienti più gravi ricoverati in terapia intensiva. Ad accendere i riflettori sul problema ci ha pensato con Ansa Giulio Maira, neurochirurgo e professore di Neurochirurgia presso l’Università Cattolica, che sottolinea come sia importante non sottovalutare queste problematiche quando si parla di coronavirus.
Come la letteratura medica ha registrato in questo ultimo anno il Covid-19 è una patologia principalmente respiratoria capace però di attaccare anche altri organi, tra cui il sistema nervoso. Sono sempre più frequenti le pubblicazioni in tal senso: tra di esse ve ne è una molto importante a firma di una squadra di medici giapponesi che avevano rilevato edemi nel cervello di pazienti gravi collegati all’infiammazione “seguita alla risposta immunitaria al Sars-Cov-2“.
Purtroppo che questa possibilità fosse presente lo facevano prevedere anche studi relativi alla Sars precedentemente pubblicati che avevano mostrato come questa era in grado di attaccare il cervello nello 0,04% dei casi e di come la Mers fosse in grado nello 0,2%.
Sintomi simili anche alla sclerosi multipla
Per ciò che concerne il Covid-19 è possibile verificare come il virus abbia un effetto importante sul sistema nervoso. E questo già solo prendendo in considerazione uno dei sintomi più diffusi che è la perdita dell’olfatto che coinvolge circa l’80% dei malati e che è legato a un’infiammazione del nervo olfattivo. “Molto frequente“, sottolinea il prof. Maira, “è anche il mal di testa, riportato da circa il 15%, ma anche i disturbi della memoria interessano una quota non irrilevante di pazienti e permangono per un certo lasso di tempo anche dopo la negativizzazione al tampone“. A preoccupare in particolar modo sono però le manifestazioni più gravi, ovvero gli ictus ischemici e i disturbi cerebrovascolari dipendenti dalla crescita dell’infiammazione e dalla successiva iper-coagulazione, ai quali devono poi essere aggiunte l’ipertensione e in casi più rari la demielinizzazione dei neuroni, simile a quella che si avviene con la sclerosi multipla.
Il Covid 19 lascia quindi più segni di quel che si possa pensare sul cervello e sul sistema nervoso, arrivando addirittura, come scoperto in Inghilterra, anche confusione e psicosi in persone predisposte. Il problema? Comprendere come agisca il virus, quale sia il meccanismo di azione.