E’ possibile considerare completa la copertura data dal vaccino anticovid solo una volta che entrambe le dosi sono state inoculate, eccezione fatta per chi ha ricevuto il vaccino monodose Johnson&Johnson. Ma perché l’inoculazione della seconda dose è così importante?
Non rinunciare alla seconda dose del vaccino anticovid
Chi decide di rinunciare al richiamo fermandosi alla sola prima dose, come spiega uno studio appena pubblicato sulla rivista di settore Nature, riuncia secondo i medici a quella che può essere considerata la parte basilare della vaccinazione. Secondo i ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Stanford, infatti la seconda inoculazione non consente solamente di validare nel tempo la protezione ma è proprio quella che fa scatenare la risposta antivirale che sarebbe in grado di aumentare la difesa offerta dal sistema immunitario anche rispetto ad altre infezioni.
Non si tratterebbe, in poche parole, solo di una questione di anticorpi, almeno stando al lavoro degli scienziati del professor Bali Pulendran, ordinario di Microbiologia e Immunologia a Stanford, il quale ha analizzato i campioni di sangue di 56 volontari sani vaccinati col vaccino di Pfizer, ai quali è stato prelevato sangue in diverse occasioni in seguito alla prima e alla seconda dose. E’ stata verificata sia la presenza degli anticorpi prodotti contro il Covid-19 sia quella di altre cellule immunitarie che di solito non vengono captate dai comuni test sierologici.
La squadra di ricercatori ha quindi rivolto la sua attenzione anche alle cellule T, che cercano e poi distruggono le cellule che evidenziano segni di infezione virale, nonché il sistema immunitario innato e quindi la prima “barriera” incontrata da virus e batteri. Questa, anche se non è in grado di “personalizzarsi” nella lotta a specifici microrganismi, da vita a molecole di segnale che mettono in allerta il sistema immunitario adattivo, quello composto dalle cellule B alla base della produzione di anticorpi e da cellule T. Il sistema immunitario innato riesce a tenere a bada le infezioni al suo meglio nella settimana necessaria a quello adattivo per essere pronto.
Scudo rudimentale ma potente
E’ stato registrato che la prima dose dei vaccini (nello specifico dello studio il Pfizer) induce la produzione di anticorpi specifici contro il coronavirus, ma in modo molto blando rispetto alla seconda dose che stimola una produzione altissima di livelli di anticorpi e una risposta molto importanete di cellule T e della risposta immunitaria innata.
In particolare la seconda dose del vaccino Pfizer ha scatenato una forte reazione di cellule “di primo soccorso“, da poco scoperte. Questi globuli bianchi parte della famiglia dei monociti non risponde in modo potente in caso di infezione naturale da Covid-19, al contrario di quello che accade con la seconda dose di vaccino, spingendoli a usare la propria predisposizione antivirale piuttosto che quella antinfiammatoria. Fornendo, secondo la ricerca, un primo rudimentale scudo contro l’infezione e altri virus.