Il vaiolo delle scimmie sta pian piano conquistando le cronache nazionali. Al momento si dovrebbe cercare di non fare mala informazione e affidarsi agli esperti a riguardo. I quali sottolineano come al momento non sembrerebbe epidemico.
Vaiolo delle scimmie al momento non preoccupa
A sostenerlo, parlando con AdnKronos è Massimo Galli, già direttore del reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco a Milano. Il medico suggerisce al momento di non fasciarsi la testa dato che si sarebbe “di fronte a un virus che non sembra avere le caratteristiche per mettere in piedi un’epidemia in ambito umano“.
Va detto che con una pandemia ancora in corso, come quella di covid-19, è normale che vi sia timore al pensiero di un altro virus che potrebbe diffondersi. In questo caso, spiega il luminare, siamo davanti a un virus a DNA, più stabile rispetto a quelli a RNA. Quel che bisogna ricordare è che è un agente che non si è evoluto né nella nostra specie, né nelle scimmie. Si tratta di una zoonosi che è in grado di dare vita a un certo numero di casi ma che poi si autolimita.
Di solito, ha fatto notare Massimo Galli, quando le persone rimangono infettate, le manifestazioni non sono particolarmente virulente. Nel mondo occidentale l’ultimo focolaio corposo di 70 casi registrato negli Stati Uniti nel 2003 non ha mietuto vittime. C0me il virologo sottolinea sono due i ceppi conosciuti: “uno dell’Africa occidentale, trasmesso, probabilmente, da un particolare ratto di notevoli dimensioni” e uno dell’Africa centrale, che verosimilmente si trasmette attraverso scoiattoli“.
Non è come il covid-19
Quel che bisogna fare, al momento, è capire da dove abbiano avuto origine i casi. In modo tale da limitare l’espandersi del focolaio e prendere provvedimenti. È importante prendere le giuste precauzioni per evitare il contagio, ma non bisogna pensare a una nuova pandemia. Come ha spiegato sempre ad AdnKronos l’infettivologo Stefano Vella, docente di Salute Globale all’università Cattolica di Roma:
Non siamo di fronte a una nuova pandemia. Il virus del vaiolo delle scimmie, è conosciuto, in Africa, da tempo. Non preoccupa particolarmente rispetto al rischio di propagazione perché per infettarsi i contatti devono essere molto stretti, come nei rapporti sessuali. Non ci sono gli stessi pericoli di una trasmissione aerea, che facilita la corsa del virus, come per Sars-Cov-2.
E dobbiamo ricordarlo, esistono sia un trattamento che un vaccino recentemente approvati. Quindi per il momento è bene sì prestare attenzione ma evitare allarmismi. Informarsi ma senza farsi prendere dal panico, continuando ad avere cura di se stessi.