La candidosi genitale, così si chiama la classica micosi, dà fastidiosissime infezioni alla vagina e alla vulva, provoca perdite bianche, dolore durante i rapporti sessuali, prurito e bruciore, ma non rappresenta un vero e proprio rischio. Alcune stime parlano di tre donne su quattro che, almeno una volta nella loro vita, ne hanno sofferto. Se ne parla poco, ma in realtà può colpire anche i maschi: provoca chiazze rosse, prurito e bruciore al glande. Per curare la micosi esistono farmaci efficaci e facili da usare, che si possono acquistare in farmacia senza ricetta medica.
La sifilide invece è causata da un batterio, il treponema pallidum e il contagio avviene quasi esclusivamente per via sessuale. Spiega il professor Arisi
«Il problema di questa infezione è che non dà immunizzazione e la si può contrarre più di una volta»
La prima lesione, chiamata sifilide primaria, insorge a distanza di due o quattro settimane dal contagio: riguarda i genitali esterni e si presenta come un nodulo rosso, un po’ umido, che dopo qualche giorno si trasforma in un’ulcera senza provocare particolare dolore. In teoria questa lesione, che si chiama sifiloma, può manifestarsi anche sulla bocca, sulle mani, sui capezzoli, sull’ano e sull’uretra.
Dopo uno o due mesi guarisce spontaneamente. Ma più o meno nello stesso periodo compare la sifilide secondaria: chiazze rosa pallido diffuse su tutto il corpo che, anche in questo caso, non danno né dolore né prurito. Poi, scompaiono spontaneamente in 20-70 giorni senza lasciare alcun segno. Se non viene diagnosticata e quindi curata, la sifilide, può condurre a lesioni generalizzate (sifilide terziaria) agli organi interni e portare anche alla morte.
Anche se di questa malattia non si parla quasi più, nel mondo, secondo I’Oms, colpisce ancora circa 12 milioni di persone e ha un’elevata incidenza sia in Africa, sia in Asia e in America Latina. In Italia, a partire dal 2000 è stato osservato da parte degli organismi sanitari un aumento delle infezioni rispetto ai decenni precedenti in cui andava riducendosi. In particolare, le aree più colpite sono quelle fortemente urbanizzate di Lombardia, Piemonte, Lazio. Un problema certamente legato ai fenomeni migratori e alla prostituzione a cui sono costrette molte donne straniere.
«È un incremento che si inserisce nella tendenza, come per altre patologie simili, che vede un calo di attenzione verso la prevenzione»