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La salute? Inizia dallo spazzolino


Lo spazzolino da denti ha compiuto 600 anni: la prima versione, in setole di maiale, ha fatto la sua apparizione nella Cina del 1400, anche se la produzione su larga scala risale alla fine degli anni Trenta, con l’introduzione delle setole di nylon. Da allora, il successo è stato inarrestabile, tanto che un sondaggio condotto negli Stati Uniti dal Mit, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, lo ha eletto l’invenzione più utile al mondo, davanti all’automobile e al telefonino. In futuro, probabilmente, le tradizionali setole verranno sostituite da apparecchi più tecnologici: un gruppo di ricercatori del Forsyth Institute di Boston, per esempio, sta studiando un fascio di luce in grado di eliminare ogni traccia di placca in meno di due minuti. Nel frattempo, però, il miglior amico del nostro sorriso rimane proprio lui, lo spazzolino.

Ma qual è l’identikit del modello «ideale»? E come va usato, per garantire davvero il massimo dell’igiene orale? Da igienista dentale mi sento chiamata direttamente in causa: innanazi tutto bisogna lavare i denti dopo ogni pasto, compresi snack e spuntini, e senza far passare troppo tempo. Se infatti i residui di cibo restano troppo a lungo a contatto con l’ambiente acido della bocca, possono provocare la formazione dei batteri responsabili di carie e placca. Insomma, una volta finito di mangiare è consigliabile mettere mano allo spazzolino entro una ventina di minuti!


Il movimento più efficace è quello che va dalla gengiva al dente, quindi dall’alto verso il basso sull’arcata dentale superiore e dal basso verso l’alto su quella inferiore, aggiungendoci anche un movimento rotatorio creando un micro massaggio sulle gengive. In questo modo si puliscono i denti, senza maltrattare le gengive. E quanto deve durare una pulizia ottimale? L’ideale è suddividere la dentatura in quattro “quadranti” e dedicare a ciascuno un minuto, per un totale di quattro. Infine, è bene completare l’opera con filo interdentale e scovolino, che aiutano a rimuovere anche lo sporco che si annida tra un dente e l’altro. Questi strumenti vanno usati almeno una volta al giorno, preferibilmente la sera: durante la notte, infatti, lingua, ghiandole salivari e muscoli della bocca sono a riposo, impedendo la naturale eliminazione dei residui di cibo, che avviene durante il giorno.

Lo spazzolino ideale non deve essere né troppo grande né troppo piccolo, con setole morbide; oggi si trovano in commercio modelli con la testina preformata, che si adatta meglio alla conformazione della bocca, e con il manico anatomico e rivestito di un materiale gommoso, che garantisce un’impugnatura più salda. Come tutti gli strumenti, anche lo spazzolino con l’uso si logora e arriva il momento di sostituirlo. Noi igienisti consigliano di cambiarlo almeno ogni due o tre mesi, e comunque ogni volta che le setole si divaricano.

Già nella prima infanzia, quando i denti non sono ancora spuntati, è bene pulire la bocca dopo i pasti, strofinando delicatamente le gengive con una garzina inumidita con soluzione fisiologica. A partire dai 2-3 anni di età, poi, è importante cercare di far familiarizzare i nostri bambini con lo spazzolino, magari proponendolo come uno strumento di gioco, in modo che in seguito si abituino a usarlo con regolarità.

C’è chi li considera più pratici di quelli manuali, ma gli spazzolini elettrici rappresentano davvero una buona alternativa? Per pulire a fondo i denti, gli spazzolini elettrici dovrebbero riproporre lo stesso movimento compiuto dalle setole di quelli tradizionali. Oggi, però, esistono in commercio pochi strumenti in possesso di queste caratteristiche. Per questo il classico spazzolino manuale, anche se ci richiede un po’ più di tempo e di attenzione, rimane ancora la soluzione più efficace per la pulizia quotidiana.